:: Accio: Sara e Wiene in espressionista anno fine. Con Ernst Krenek. 2019 |
Sara Cardellino in espressionista taglio di capelli musical vista 28 dicembre 2019 ACCIO SARA E WIENE IN ESPRESSIONISTA ANNO FINE. CON ERNST KŘENEK JONNY SPIELT AUF ERNST KRENEK TEATRO COLON 2006 FINAL ACCIO nel gabinetto del Dottor Accivari in sgranata folle vista occhi calamari chiede in pellicola foto aiuto. (Allucinazione di beltà fine anno senza età celebrazione del film di Robert Wiene del 1920 un secolo dopo nel 2020 che verrà) (Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene del 1920 è un capolavoro del cinema espressionista tedesco. Qui occasione per foto di vino bevuto nel dicembre fresco)
Concedo permesso ad uso tanto disinvolto, è fine anno inizia il nuovo, del mio volto in ciglia postura Callas (ne sono onorata e vibrata Accio) in posa espressionista da cinema muto (filtrata velata con rughette dei quaranta spianata eh eh eh); però stavolta collaboro col suono adatto. Per l’occasione. Del Duo a Venezia. Premio l’artista che mi mette in vista con ogni bene. S’impone per la mia foto espressionista il compositore spirituale Ernst Křenek (Vienna, 23 agosto 1900 - Palm Springs, 22 dicembre 1991) che scrisse partiture dalla forte componente teatrale. Anche il cinema espressionista lo è. Ogni uomo e donna possiedono una sonorità nella intimità (con le rime se proprio non ti batto le mie, è probabile, siano più utili alla coppia) che se la rivelano, la scoprono, si scontra con il mondo macchinale esorbitante motorio del presente. Più macchinale di Internet che c’è? M’immetti sul social nel motorio perenne, Accio. Ascolta, ordunque, del compositore “Il castello demoniaco”. Mette insieme il Mahler della Decima e l’Espressionismo sonoro di Schoenberg ma sopravvive il tonalismo per residua delicatezza. Spirituale intima nel motorio perenne. Si può dunque stare in foto espressionista e conservare intimità. Con te di sicuro. Con il mondo attorno è la mia vita di donna e musicista. Concludo per abbinamento al mio volto con l’opera “Jonny lo suona” (Jonny spielt auf) dove il musicista contrasta dialetticamente, soffrendo gioendo deprimendosi, esaltandosi, con l’epoca motoria che lo sovrasta. Il protagonista si chiama Max. Alla donna amata dice: “ Questo tumulto della vita attuale mi è estraneo. Questa inquietudine continua come il frangersi delle onde, eternamente agitate, grigio senza senso, non mi riguarda.” Queste parole nel colloquio con la “Voce del ghiacciaio. La melodia espressionista e la parola in relazioni armoniche senza tonalismo escono dal gorgo vorticoso che rasenta il romanticismo ancora. Attuale messaggio. Per me nella foto e fuori da essa, per te Accio che musichi con invenzioni la nostra allegria veneziana di fine anno, l’impegno ad anno nuovo è ancor più fuggire dall’imperante stremante nullificante motorio perenne per vivere la forma vitale a noi adatta. Il compositore conosce l’effetto scenico per raggiungere la meditazione ispirata, ed io, oggi per te per noi due, porto questo effetto scenico in parola e musica e biografia, che, conto, ci servirà. Tua Sara Cardellino, naturalmente, col cappellino.
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