:: Accio: Sara con Rembrandt poi Soutine poi Lichtenstein appesa al chiaroscuro bistecca. Sara Pane 2009.


Accio: Sara Pane bistecca appetitosa marca Lichtenstein - 2009


 

Accio

SARA CON REMBRANDT POI SOUTINE POI LICHTENSTEIN APPESA AL CHIAROSCURO BISTECCA.

SARA PANE 2009.




Lichtenstein: Bistecca - 1962

 

 

Nel 2009 e 2010 e 2011 Sara Esserino, diventando SARA PANE, mi fece da modella per dei nudi. Poi esagerai e non volle più saperne (salvo episodicamente venirne tentata come modella per la “Corsara della Metamorfosi e altri personaggi”) di scatti fotografici.

 


Soutine: Bue squartato - 1926

 


 

Una delle “esagerazioni” (ma sia detto che posa simile arcuata e sexyzzata sta in altre migliaia di fotografie con altre modelle-corpi. Pertanto di foto facile si tratta se la modella ha, possiamo dire, corpo neoclassico-web adatto ad essere tagliato e appeso a pixel: Bistecca saporita!) che sicuramente possono muovere anche a indignazione empiti femministi oppure soltanto chi ha a cuore la delicatezza oppure chi, marxisticamente, combatte che uomo e donna siano ridotti feticisticamente a merce-immagine. Essendo io tra quest’ultimi mi chiesi cosa c’era di sbagliato in questa foto che già dal titolo, oltre l’omaggio a Rembrandt e Soutine, che dipinsero, il secondo imitandolo, carcasse di bue squartati in macelleria, voleva appunto operare un’ironica critica all’uso del corpo femminile. Senza scordare Lichtenstein che pop-esplicito sintetizzò tutto nella bistecca. Traduzione foto: La bella bistecca Sara!

 


Rembrandt: Bue macellato - 1655


 

Penso, oggi, che il titolo, scherzoso, non possa funzionare da barriera alcuna, perché chi "guarda" il nudo in foto, non solo non tiene conto dei dipinti celebri, ma va solo e soltanto a vedere fianchi natiche della bella trentenne. Perché il web funziona così: si va all’essenziale della forma. Pop-esposizione. Punto. DUNQUE l’autore, il fotografo con la modella, devono il più possibile usare scatti e stampe per uso familiare domestico di coppia senza divulgarli. Stiano le foto sulle pareti di casa veneziana o nelle soffitte di Accio. Ma qualche volta la monelleria va rivelata o no? E anche come sbirciai la grande pittura di maestri a me cari. E per riprendermi da lor crudezza posai occhi sulla manza ben viva e, allora di ogni iconoclastia, priva.