:: Karoline Knabberchen: Frequentazione, 1984. 40° della Morte. |
FREQUENTAZIONE - 1984 40° DELLA MORTE Ci sono giorni in cui la Fredda Signora mi guarda con occhi impenetrabili e, inerme, sento la reazione diffondersi dallo stomaco, che si contrae leggermente, alla schiena e di qui, fuori controllo, inerpicarsi su su su fino al cervello, dove, attraverso strutture compiacenti a me sconosciute, encefalo diencefalo telencefalo gioca e perde me stessa nell’organo molle. A che servirebbe conoscere neuroscienze o ancore psicoanalitiche? Eccomi allora gridare silenziosamente: “Non sono pronta, non sono pronta!” Altri giorni in cui, presa da mille futili cose, dimentico di essere una donna osservata e pazientemente attesa. Da ultimo ecco il tempo in cui le giornate, nel loro succedersi insensato, mi risultano così penose che la Grande Osservatrice, addirittura, mi pare mutare sguardo, da torvo che era a quasi compassionevole. Sono questi i giorni in cui vorrei che l’anno corrente fosse il 215o, meglio, il 2250, quando non solo le mie ossa, ma anche quelle di tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo, potrebbero, anche solo per un mero caso, ritrovarsi con il mio nome tra le mani, non saranno che polvere.
Grani della clessidra cadono su di me dritta strozzatura rovesciato domani. Loco desiato mare al petto visto da questo oblò ripetuto in mano alla Morte che m’attracca.
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