:: Karoline Knabberchen: Vite in Sophia nel disegno avvitate. 40° della Morte.


"Karoline Knabberchen in barca ride e scherza con Fabio Nardi
pescatore anche di lei Sirena" - 1979 



Karoline Knabberchen
(Guarda Engadina Svizzera 10 aprile 1959
1984 20 agosto Austvågøy Lofoten Norvegia)
Foto Fabio Nardi.




Karoline Knabberchen
VITE IN SOPHIA NEL DISEGNO AVVITATE
40° DELLA MORTE
1979




AESTETICA IN NUCE BRUT GESTUALE - Fabio Nardi 1979



 

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JOHANN GEORG HAMANN, AH GORGO ISTINTO NIENTE MAL
 

La ragione non ci rivela niente di più di ciò che già Giobbe aveva visto, ossia l’infelicità della nascita, la superiorità della morte, l’inutilità e l’insufficienza della vita umana, poiche noi non sappiamo nulla e sentiamo in noi passioni e istinti di cui non comprendiamo le ragioni le ragioni” (J.G.HAMANN)

Osservando come Fabio Nardi cura i fumetti che legge le illustrazioni che, a volte, ne ricava, immagino di “transitare” vite in SOPHIA di nomi e periodi estetico-filosofici a me congeniali. Come L’Illuminismo l’Aufklärung lo Sturm Und Drang il Romanticismo tedesco. Dall’Illuminismo ad altra tempèrie. Mi aiutano in ciò le tavole di Dino Battaglia collezionato da Nardi. Nei volumi della Milano Libri, nelle riviste, di cui è gelosissimo, tipo Alter Alter. Questo disegnatore evoca le perfette atmosfere del settecento tedesco e del seguente Romanticismo. Fabio nei suoi “misteriosi” contatti a Lucca Comics è riuscito a trovare una tavola del maestro per me dalla sua riduzione a fumetti del racconto di Hoffmann dove Nathanael conosce l’Orco Insabbia Coppelius e la donna bambola. Proprio una tavola riguardante Olimpia, il dono.

Un filosofo che studio e leggo, è JOHANN GEORG HAMANN (1730-1788), in tedesco ovviamente, traducendone parti a Nardi, soprattutto dalla “Aestetica in Nuce”: confido ne illustri alcune suggestioni che ne ricavo. Lui si è convinto che sia il gesto tipo Action Painting con Art Brut, e lui un po' matto lo è e gestuale pisano pure, adatto al compito; e io non so che dirgli sapendone meno di pittura contemporanea; in rima, a lui piacciono, ho esclamato che l’importante è che negli impeti gestuali la filosofia non abbia spezzate le ali; lui ride e fa come gli pare e torna comodo; io invece finisco sempre per chiedergli un giudizio su quanto scrivo.

Di Hamann mi coinvolge il suo opporsi al tentativo razionalistico di definire l’arte. Essendo a favore dell’ISTINTO. Nardi s’entusiasma declinando subito, a che titolo non so, pura faciloneria, all’istinto popolare vernacolo. Come se il popolo vecchianese traboccasse di poesia. Istinto forza vitalistica e rivelazione del soprannaturale. A questo punto Fabio frena. Passi l’istinto vitalistico; c’è nei paesani; ma quanto al soprannaturale son soltanto quiete preghiere per la Madonna di Castello o all’opposto “moccoli” contro Dio e tutti i santi. Dopo che si è accorto dei suoi azzardi lo riporto all’ascolto ponderato. Intanto disegna. L’ha colpito quanto ho tradotto da Hamann dedicato a Giobbe, che, a dire il vero, inquieta anche me. Lo diverte invece, diverte anche me, che Hamann abitasse nella stessa città Königsberg dove risiedeva Kant col suo razionalismo anche in materia di estetica Bello Sublime. Se Kant era preciso nelle sue passeggiate come un orologio; Johann Georg non si sapeva mai quando usciva di casa che itinerario facesse se sostava per ore all’ombra di un abete o su di una panchina. Ovviamente me lo sono inventato: Fabio crede sia vero di questo episodio della sua vita e mi dice che ciò l’avvita in qualche disegno a matita. Procedeva ad istinto, ride. E io con lui. Perché la nostra intesa è qualcosa di unico, come la vite che entra nel buon legno; s’avvita. E il cacciavite è l’amore. Taccio tutto ciò. Glielo dirò dopo vedendo i disegni. Due che deve realizzare: uno per Giobbe uno per le passeggiate inventate da me , eh eh, anti-Kantiano Hamann. Intanto c’è un titolo talmente assurdo in assonanza sul nome cognome del filosofo che non so se sorriderne o urlare incavolata.