:: Karoline Knabberchen: Provincia aperta massima scoperta. 1979. 40° della morte.


"Karoline Knabberchen nella provincia psichica e fisica"
Narrative photo collage e strappi - 1979.
Fabio Nardi


Karoline Knabberchen
(Guarda Engadina Svizzera 10 aprile 1959
1984 20 agosto Austvågøy Lofoten Norvegia)
Foto Fabio Nardi.


Sull'interpretazione della PROVINCIA
scrive anche Margherita Stein con ermeneutica diversa da quella di Knabberchen
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Sulla Formazione filosofica tempestosa in Provincia




Karoline Knabberchen
PROVINCIA APERTA MASSIMA SCOPERTA. 1979

(Frammento trascritto con lapis 2HB da Fabio Nardi su quaderno Pigna, giugno 1979)
 

Se il poeta sceglie la Provincia - ascolta il mio contributo al tuo indagare questo luogo partendo da Vecchiano, io abitando il paesino di Guarda in Engadina, senza scomodare come fa la tua ex fidanzata, ex siamo sicuri?, e mia “nemica” Margherita Stein, Jünger e l’ultimo Heidegger, permettendo tu passassi dal Maoismo della campagna che accerchia la città al dedicarti allo Strapaese fine-novecento contro il Cosmopolitismo, convinto di superare i limiti di Maccari e Malaparte e Tozzi senese - ti dico semplicemente: l‘artista/poeta, tu lo sei in variabilità dei segni, nel suo flusso al chiuso di corpo pensieri, “PROVINCIA”: ecco la scemenza in rima: come la cincia?, come il ragno che pinza?, sii serio, Fabio, ti dico: l’Èthos si forma provincia dell’IO; quanto dura nelle forme comportamentali, al massimo in amore, è Provincia. Phichica e Fisica. La comunione dove ti conduco coi SENHALS del sacrale, io vi sto da provenzale-provinciale, ti convince l’accostamento?, può caratterizzarsi come Provincia dello Spirito. Riesci a seguirmi Fabio? Gli sforzi del Bene verso l’Altro è provincia dell’intelletto. Se, in aggiunta, mi richiedi un’immagine eloquente, da cristianesimo nel rischio, PROVINCIA sia la sorgente che versa acqua in maniera inesauribile e che deve avere architettura nell’estetica-filosofia adatta, sennò il deserto della Metropoli che avanza se la inghiotte. La cancella.

A volte se cambi discorso e postura mentre con serietà ti comunico riflessioni, mi consegni a un punto doloroso, provinciale: la mia camera a Guarda, la soffitta a Vecchiano, il mare non visto per le dune ove sprofondo dove per giorni non posso uscire e pure restare non mi è possibile. Il pensiero si paralizza con la lingua. Agisci verso me da provinciale selvatico senza preavviso di cambio d’umore. Io resto prigioniera. Te ne accorgi. Pentito diventi intimo con me come mattino di giugno. Mi tiri via da dove sono. Posso ridere finalmente allegra come cincia.