:: Cardellino e Accio: Tutta la nostra poesia. Domenica Palme 2017 e 2019 |
TUTTA LA NOSTRA POESIA Nel dialogo “ clikka: Sono in pericolo Sara! Ho bisogno di te” e nel successivo re-incontro, dopo 5 anni e 5 mesi di separazione, di Accio e Cardellino, la Domenica delle Palme, 9 aprile 2017, ricordato oggi 14 aprile 2019, c’è TUTTA LA NOSTRA POESIA. Non abbiamo bisogno d'altro.
Se avessi cessato la mia sciagurata avventura nei segni quando Sara me lo chiese, il 20 novembre 2011, a Villa Malcontenta sul Brenta (clikka: La Riviera del Brenta ieri e oggi con Villa Malcontenta. 2011 e 2018) non saremmo stati separati tutti questi anni, non avrei gettato via inutilmente tante parole e immagini, né sofferto il naufragio dell’Olandese Volante il 9 gennaio 2017 (clikka: L'Olandese Volante è morto viva L'Olandese Volante. Ruolo di Sara Esserino/Cardellino) che sta alla base della richiesta d’aiuto a lei quand’ero in pericolo mortale, e lei ha rispettato il Patto. Però era segno che dovevo giungere - segno cristiano della Croce da portare addosso nel sangue nella possibile morte, nell’avvenuta morte - da Sara Cardellino come Accio diverso. Anche ferito mortalmente alla Jesse Accio James ucciso a tradimento (clikka: Quando salvai Jesse Accio James dalla morte con l'Ave Maria di Schubert il 9 gennaio 2017 di Robert Ford). Come un Olandese maledetto salvato dalla wagneriana Senta Sara. Che avrebbe a finalmente inteso che doveva cessare ogni estetica accosto alla vita reale. Se non per donarla a chi amava e che poi scomparisse ne era il suggello alto della gratuità pro bono, cristiana, dono inconsumabile perché mai merce pubblicata. Sara, separandoci il 20 novembre a Villa Malcontenta, aveva cessato, dicendosi “o con te o con nessuno”, di scrivere poesia; seppure avesse già pronto un importante editore volenteroso di farla conoscere dopo i suoi esordi. Soltanto alla musica si sarebbe dedicata come interprete. In ciò è stata più rivoluzionaria di me, in politica e in amore. Ha custodito la “nostra poesia” comune come tesoro prezioso. E seppure abbia sposato un Linton, come io ebbi relazione con una Linton, negli anni separati, poi lei ha ritrovato il suo Heathcliff come Sara Earnshaw ed io l’amata affidata per sempre alle “cime tempestose” dell’amore assoluto. Come del resto testimonia l’ufficiale Accio Pinkerton che ritrova Sara Chan Butterfly. E l’amore che non scade come il latte, voglio così concludere questo ricordo della Domenica delle Palme 2017, imparai ad evitarlo da mia nonna Messinella e dalla Polidina. (clikka: Ponti di Madison County di Robert Kinkaid e Francesca Johnson. Con ricordo di Polidina e Messinella)
Nel notturno 2009, giugno, io e Sara andammo in San Paolo a Ripa d’Arno, che per i pisani è il Duomo Vecchio (1032). Poi raggiungemmo il Duomo Nuovo, in Piazza dei Miracoli (1118). In quei giorni dipinsi, per ricordare quanto avveniva, due tele. I duomi che noi avevamo visto e loro che avevano guardato noi due abbracciati.
Sara l’ha ritrovate, dieci anni dopo, stando ore ad aprire cataste di tele sotto al tetto. Tanto che dalla scala sottostante la prendo in giro: “S’è mai visto un ‘ardellino svolazzà dov’an ‘asa la civetta e ir gufo? Scendi che t’impolveri; i tu' ‘apelli sembreranno elli della mi-nonna! Ma cosa vò trovà? Me lo pronunci? Sara, misteriosa, non mi dice cosa cerca. Cerca i due duomi dipinti. Le due tele. L’ho saputo quando allegra me li mostra strofinandoli con il panno per toglierci ragnatele e polvere tanta. “I dipinti sono per la casa veneziana”. Mi dice. Il blu notturno realista del primo e quello impressionista del secondo, custodiscono i 5 anni e 5 mesi che i due amanti andando da un duomo all’altro, così narra la fiaba della musicista del pittore, vissero separati nel giorno nei giorni. Mai però nelle notti perché il blu cobalto li teneva assieme”.
Sara mi guarda impertinente e interrogativa. “Può funzionare questa interpretazione domestica, Accio? Che ne dici?”. Sorrido, annuisco. Felice. Intendo che la poesia mancante a queste appena sufficienti pitture ora c’è. I cieli notturni che dipinti han tenuto uniti un uomo e una donna divisi nei giorni in luce. Il pittore che fui con queste parole riceve, oggi, il premio più grande a cui potesse ambire. Cardellino e Accio
Questa mia “operetta” musicale di parola-suono scherzosamente vitale, con composizione per flauto “a strappi melodici” di Sara Cardellino, divenne l’omaggio al nostro incontro nel maggio 2009. Essa fa parte di un poema nascosto in progress con volto fotografato disegnato tradotto negli stilemi cronologici dell’arte. Qui riferimento alla prassi del “Dècollage” ideata da Mimmo Rotella e Jacques Villeglé negli anni cinquanta-sessanta del novecento. L’operetta dieci anni fa titolata “UNITI C’È” diventa, con piccola aggiunta, dieci anni dopo, e dopo una separazione lunga 5 anni e 5 mesi, “UNITA COPPIA C’ERA E C’È”. Storiella in semplice esteticità. Che porta felicità. Sull’artista francese curai qualche mostra con catalogo per la Galleria Peccolo. E vendendo, di recente, un’opera di Villeglé, donatami dall’artista nel 1989, Cardellino e Accio si regaleranno un viaggio a Praga, così festeggiando il re-incontro la DOMENICA DELLE PALME 2017 a Vecchiano-Pisa.
|