:: Claudio Di Scalzo: Buon Natale 2022 con Diego Valeri e vecchio sussidiario




Claudio Di Scalzo
BUON NATALE 2022 CON DIEGO VALERI E VECCHIO SUSSIDIARIO

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La vera storia del Bambino sulla sedia

 

 

Questa poesia con immagini la riprendo dal sussidiario di quinta elementare ritrovato nelle soffitte da Sara Cardellino. Capisce, intenerendosi, che era su libri scolastici come questo che il BAMBINO SULLA SEDIA imparava le poesie, a memoria, che poi recitava per i genitori volentieri, e malvolentieri quando per avere i soldi dai creditori del padre gli imponevano di recitare beffandolo, da lui raggiunti spintovi dalla madre con la cartelletta.

Il poeta è Diego Valeri (1887-1976). Poeta obliato che nessuno più legge.

In questa poesia filastrocca c’è tutto. Tutta la rifrazione del Vangelo. Che è il più bel libro di tutti i tempi. Lo asseriva Borges non Accio di Vecchiano. Io aggiungo che il secondo libro più bello è Pinocchio. Di Collodi. Anche lì il meccanismo Bene Male e Salvezza c’è. Pinocchio è il “mio libro”. Il cuore di legno diventa di carne soltanto col tocco della fata giunta a me in gondolina.

Aggiungo inoltre, da credente, battezzato cattolico e marxista, che Cattolicesimo e Socialismo non sono mai stati disgiunti. Non sto ad elencare gli intrecci. Metti nel marxista Ernst Block nell’esistenzialista Gabriel Marcel. Ma la fede è atto che non necessita di cultura vive di slancio e di semplicità ("Gli ultimi saranno i primi", c'è in altre religioni questa scelta della povertà come via alla Grazia? Cristo ama i semplici non gli intellettuali; dialoga coi bambini pescatori falegnami; c'è in altre religioni questa attenzione per l'umiltà nel pensare? Chi ha tempo legga Kierkegaard che pur avendo scritto libri complessi si sentiva un nulla rispetto a chi neppure conosceva l'alfabeto, nulla dinanzi alla Culla alla Croce. La mia croce in rapporto alla poesia la vissi la prima volta sulla sedia in piedi recitando a forza. Poi tutte le volte che hanno tradito e beffato il mio candore. Anche il 9 gennaio 2017 quando la Robert Ford mi sparò a tradimento al soldo della Legge Poetica Pinkerton) come la poesia di Valeri e le immagini che la racchiudono. Semplici. Efficaci.

Poesia che un uomo della mia età, nel grigio e bianco, ancora ne conserva l’eco. Pure dell’illustrazione che la racchiude seppure abbia in mente centinaia di quadri da Giotto in avanti che, con capolavori insuperabili, hanno eternato il Natale.

Ancora a memoria la ricordo la recito. E Sara si commuove a sentirla recitare. S’accenna una lacrima sulle sue belle ciglia. So, ancora una volta, che lei mi ha fatto scendere dalla sedia. So che in questi momenti sono il suo uomo poetico, e lo sarò per sempre!, perché sono rimasto bambino. Migliore Natale per me non c’è!