:: Claudio Di Scalzo: Venezia di Alfred De Musset con George Sand e Pietro Pagello e Sara Bouchet Sand fotografata nel 2009 sul pił bello. Ovvero come TRADURRE alla maniera transmoderna. |
VENEZIA DI ALFRED DE MUSSET CON GEORGE SAND E PIETRO PAGELLO E SARA BOUCHET SAND FOTOGRAFATA NEL 2009 SUL PIÙ BELLO. OVVERO COME TRADURRE ALLA MANIERA TRANSMODERNA.
PREFAZIONE PER ALLESTITA SITUAZIONE DI AMANTI IN AZIONE VENISE, VENEZIA di Alfred De Musset mi consente un’obliqua azione transmoderna di traduttore. Evidenziandone l’originalità e cioè che altro modo così di “tradurre” on line e su carta stampata non c’è in lingua italiana. Anche perché è probabile sia di una scemenza assoluta. Ma ciò per me non ha alcuna importanza. Importante valga nel gioco di coppia tra Accio pisano e Sara veneziana. Ciò è concesso, direi guadagnato, dalla mia totale LIBERTÀ non essendo Autore che deve legittimare difendere giustificare quanto stampato presso un editore una galleria un museo una fondazione. Né che va in cerca di recensioni interpretazioni like o follower. Sono i vantaggi di essere Nessuno. Ad Alfred De Musset sull’Olandese Volante ho già dedicato “Come intendo la Traduzione. A Sara Cardellino. Con apparizione della traduttrice Robert Ford”. Qui mi spingo oltre. Accade il 29 febbraio 2024. Sopra una poesia di ALFRED DE MUSSET del 1828 dedicata a Venezia, non ancora visitata, dove andrà nel 1834, gennaio, con GEORGE SAND conosciuta l’anno prima diventando amanti: lui ventitreenne lei vicina alla trentina. Nel viaggio la Sand si ammala e continua ad esserlo all’Hotel Royal (oggi Hotel Danieli). Poco elegantemente De Musset va in giro per Venezia compresi bordelli e lascia Sand alle cure del medico ventisettenne d’albergo PIETRO BARGELLO. Sand premia in alcova il dottore di Castelfranco “poco espressivo”, scriverà di lui, ma con un sodo brando. Che siano virili o sdolcinati è lei scrittrice che sceglie che se li fuma. Come TRADURRE questa vicenda che è stata narrata dai protagonisti sciolta nelle lettere del Triangolo... da solerti biografi ottocenteschi fino alle banalità Duemila da blog e web on line? Quale eros calarci mentre su Instagram e Tik Tok è tutto un denudarsi di amanti e bellezze in posa nei più diversi cascami?, dal calendario per soli uomini fino a quelli nelle varie arti museali? In questo febbraio la poesia “DANS VENISE LA ROUGE”, che ha una grazia tutta settecentesca Rococò, Fantasia pittorico-musicale alla quale s’adattano musiche di Rameau - ringrazio Sara Cardellino -, che titolo VENEZIA la traduco aumentando forzatamente le rime già nel testo originale. La poesia viene tradotta dal DE MUSSET come se gli amanti in essa ricordati abbracciati nei versi fossero Pietro PAGELLO e GEORGE SAND. E siccome nella fotografia appare SARA SAND trentenne nel 2009 in postura alla BOUCHER dal dipinto “Ragazza Dormiente” fotografata di rapina sul letto dal fotografo cinquantaseienne, le parti son rovesciate tra Sand Sara e Accio Bello.
ALFRED DE MUSSET Nella Venezia tutta rossa N nessuno va a pesca nel canale non compare un fanale.
Solitario. Sulla riva pendente, il Leone sta, statuariamente verso l’orizzonte sgombro col pié di bronzo.
Attorno alla criniera, a gruppi navigli e barche a viluppi simili a calato stormo d’aironi in tondo proni.,
sonnecchiano sull’acqua che fuma intrecciano nella bruma con frementi piume leggere le loro bandiere.
Alla luna che tramonta cela vagante fronte tonda una nuvola stellata semivelata,
come aristocratica badessa della Santa Croce abbassa il mantello a pieghe vaste sulla veste.
E i palazzi perenni e i portali solenni, e dei patrizi le alate scalinate,
e calli e ponti in pietra e statue in malinconia tetra, e la laguna che fremendo vibra al vento,
tutto è silenzio; non la guardia dalla affilata alabarda che nell’Arsenale in vetta compie sua vedetta.
-Ehilà! Ed ora ve n’è più di una che aspettando al chiaro di Luna qualche giovane spasimante vive incalzante,
e più di una si trucca bella preparandosi al ballo, e specchiandosi si adatta la bautta.
Nel profumato giaciglio Venere Sand in visibil’io al Pietro Bargello sta abbracciata sensual-addormentata, e Narcisa, dea onanista matta, nella gondola s’acquatta e prolunga suo ditalino-festino fino al mattino.
In Venezia c’è forse qualcuno di follia senza il grumo?, che non dedichi agli amori i giorni migliori?
Suvvia, lasciamo che gli orologi nei palazzi, ai vecchi dogi, di lor notti di noia-dolore contino le ore,
mentre noi numeriamo, Sara bella, sulla bocca tua ribelle tanti baci regalati e perdonati,
con tue ridenti grazie, anco lacrima-pianti che dalle ciglia degli amanti dolcemente tempo scorrer fa.
ALFRED DE MUSSET Dans Venise la rouge (1828) « Dans Venise la rouge,
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