:: Fabio Nardi: La stele di Karoline Knabberchen nel bosco di Guarda d'Engadina. 40° della Morte. |
Sono tornato, dopo quaranta anni, in questo novembre, con Sara Cardellino, che sa di stare assieme a Fabio Nardi e non a Claudio Di Scalzo, dove posi tre mesi dopo il suicidio all’isola Austvågøy delle Lofoten di KK (il corpo non è stato mai ritrovato) stele di pietra da me scolpita con le iniziale dell’amata. Radura nascosta nel fitto bosco difficilmente raggiungibile. Sopra, in alto, alla sua casa Natale: Guarda d’Engadina. Qui venimmo la prima volta assieme nell’estate 1979 dopo esserci incontrati nel gennaio a Pisa. Qui l’ombra dei castagni accolse il nostro abbraccio e amore. Gli etruschi, io Nardi lo sono, ponevano steli all’esterno della nascosta tomba. Come segno. Con decorazioni. Allora scolpii soltanto le iniziali: KK. La tomba dell’amata immortale stava nel mare più profondo nell’acqua sconosciuta a tutti; volli che stele nella terra stesse, ad essa ancorata, da me soltanto conosciuta e dal tempo attorno che ci vide felici. Questo ritorno, qui, proprio qui, è il culmine del quarantennale della sua morte, per suicidio, il 9 agosto 1984. La stele ricorda il nostro amore invincibile; più forte della morte; e quando morendo valicherò questa pietra la ritroverò. Perché è giusto accada. Dio lo sa! Che ce lo meritiamo!
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