:: Accio e Cardellino: Chaos e ultimo giorno di scuola


Studio con bottiglia di Vino Chaos 2004 - Speditami da Sara Cardellino -  8 giugno 2019





Accio e Cardellino

 CHAOS E ULTIMO GIORNO DI SCUOLA

(8 giugno 2019 - Trascrizione scritta della telefonata di Sara)

 

Nell’ultimo giorno di scuola, finito l’anno scolastico, salutati studenti e studentesse, tornato a casa, immagino tu stia pensando che questo è anche l’ultimo giorno che sei stato insegnante; capitano dei tuoi marinai nella mitologia che hai inventato per loro per te, trasponendo letture dal Corsaro Nero dal Far West da Tintin, in una didattica mirabolante e caotica, dove riversare mestiere creativo in generi mai pubblicati: poesia narrazioni disegni fotografie; senza programmazione nonostante ti richiamassero, dirigenti e colleghi, all’ordine alla linearità. E per questo hai ricevuto note negative tante quante te ne diedero da studente nel 1968 e giù di lì. Un insegnamento dove tenevi, come mi dicesti quando ci conoscemmo, “a guinzaglio il caos dei saperi per renderli un tantino veri”. Son sicura ci sia riuscito in questi anni trascorsi nella valle alpina sul confine con l’Engadina ”. Avrai fatto con gli studenti il gioco di parlare in rima come con me la prima volta a Venezia. Quando mi dicesti, "non sono artista bensì ex camionista insegnante nei professionali con fabbrica in vista. In valle, vicina all’Engadina, dove giocai con tenera perduta bambina". Pian piano scoprii che il vostro “gioco” era nato a Pisa, dietro Piazza Cavalieri, nel 1979 e che finì alle Lofoten nell’agosto del 1984. Quando il Caos acque gelide inghiottì la giovane filosofa e poetessa Knabberchen. Che niente mai volle pubblicare e tu per stare vicino a dove nacque, devastato per non averla salvata, prendesti a insegnare in Valchiavenna. Il Caos, Accio, tu sai cos’è. Perché dal Nulla, con matita, penna, clic, ne cavi disegno parola immagine. Dall’indifferenziazione data da diverse possibilità estrai gioco di segni che si consuma nel passarlo di mano in mano di labbra in labbra di racconto in racconto. Così hai insegnato, così hai amato. Ora non insegnerai più. E continuerai ad amare. Anche gli studenti che ti raggiungono sui social e che hanno alcuni alcune la mia età. Tanto che a volte, te lo confesso, mi sono immaginata a una tua lezione "alla larga dalla cattedra". A scoprire mimica, gesti, battute e altre volte il “nervoso” di Accio. Con te che dici come ogni voto crei disparità, che li dai malvolentieri, che non servono a niente, se non a incorniciare con un minimo di ordine il caos che ci circonda che torna subito fuori quadro. Voti che non vanno presi troppo sul serio. Pensate che io ho avuto voto bassissimi e i peggio in condotta. Certo! sennò non saresti Accio. Il caos che oggi varchi l’ultima volta chiudendoti alle spalle il cancello della scuola e dove so, conoscendoti, mai più tornerai. Il caos che precede la formazione stessa dell’inconscio, dicono i sapienti, e, allora, consciamente, oggi, appena suoneranno alla tua porta, e ti consegneranno una bottiglia di vino CHAOS, brinda con esso a te insegnante ai tuoi studenti a Karoline a me. Ne ho una uguale a Venezia. E un’altra ce la porteremo dietro nel viaggio in Provenza.

 


CHAOS - Rosso - Marche



 

Ti bacio Accio professore studente, perché una come me, e son convinta sia valso anche per i tuoi studenti in 37 anni, l'hai aiutata a fuggire dal caos proponendo un ordine “un po’ scemo” però bastante a riconoscere arte nella vita quotidiana senza farne mestiere o gerarchia, perché sei un Eroe da libro senza libro. A quale scopo pubblicare un libro proveniente dal Caos che al Caos vuol tornare senza carriera auspicare? Sì, Accio, credo proprio che questo vino dica, oggi, tutto per darti allegria rivelando che son sulla tua stessa via!