:: Accio: Come stavo senza te, Sara, come sto ancora assieme a te, lo rivelo con Picasso. |
A Marina di Vecchiano, in questo agosto, mi hai chiesto, con nonchalance mentre aprivi l’ombrellone, ma come stavi senza me nei mesi nel tempo seguito alla nostra separazione a fine 2011 e nel 2012?, non ti chiedo da sposata con Linton che sarai stata felice, ma almeno dimmi dei mesi dopo la villa Malcontenta novembrina. Ti ho risposto pressappoco: Non è il momento Accio, apri l’Ombrellone, vuoi aggiungere ombra ad ombra?! Non è il momento, e quando lo sarà te lo faccio sapere. Tu sei stato zitto e ti sei tuffato e non la facevi più finita d’allontanarti da riva, fino a preoccuparmi, ti vedevo puntino, avevi il nervoso. Sei tornato, ti sei buttato sull’asciugamano, hai dormito al sole un’oretta. Ti sei svegliato e come se niente fosse ti sei buttato sui panini che avevo preparato con la Nada. Ci vorrebbe sempre il mare a portata dei suoi nervi, mi son detta, si tuffa nuota gli passa. In inverno non è così e si scatena la fenomenale guerriglia da stanza a stanza del prode guevarista. Persino da guanciale a guanciale. “Foco guerrigliero” che devo spegnere con assalto di baci. Qui a Venezia, mentre t’aspetto e sarà breve l’attesa perché ad ottobre arrivi, secondo i miei calcoli, presto; scacciato il pescatore dal libeccio su Bocca di Serchio e, spero, dal desiderio di dolci veneziani, più passa il tempo più diventi ghiotto: su questo non invecchi di sicuro anzi procedi a rovescio verso il bimbo goloso. Me l’ha rivelato la Nada, facevi il giro delle nonne delle zie, e a tutte, invariabilmente, bugiardo Pinocchio, dicevi che nessuno ti dava dolci. Finendo col mal di pancia il dottore la purga. Che spasso conoscerti monello Accio piccolo. Rammenti spesso la tua coerenza, ecco!, questa di inventare bugie per avere vantaggi golosi l’hai mantenuta. Sorvolo su altre tue golosità da alcova. Con questi pensieri che mi mettono allegria posso rivelarti come stavo dopo la nostra separazione. Come stavi tu lo so dalle lettere che mi scrivesti; ritrovandoti La Domenica delle Palme 2017 mi rivelava come t'aveva ridotto il legame con la Linton. (clikka: Sono in pericolo sara. Ho bisogno di te) Oggi non uso accorgimenti diaristici, non ce la faccio a dire l’essenziale. Cerco aiuto in dipinti di Picasso, due per ogni stagione, che ne fanno praticamente uno con me in sintesi.
C’è una donna, il dipinto è dell’aprile 1936, con i capelli neri, come i miei, avvilita, con gambe incrociate sul tappeto, in stanza stretta come gabbia, senza finestre, che si guarda riflessa nello specchio dalla superficie scura; si contempla, vive sé stessa e il riflesso come abbandonata dalla bellezza dalla gioia di vivere. Sulla capigliatura ghirlanda appassita come la mia laurea presa in ritardo come i fiori da sposa che avrò a breve sul capo sposando Linton. L’orologio al polso segna il futuro senza te. Il pettine caduto simboleggia che non ho più voglia di accudirmi i capelli che stavano nel vento tempestoso di Fiesole due anni prima.
La stessa donna, cioè io, riappare nel dipinto che Picasso realizzò un mese dopo. Ha lo stesso specchio ma la superficie adesso è completamente nera. L’umore si rivela ancor più annerito e lo specchio conferma. L’orologio non appare al polso tanto i giorni sono ormai tutti uguali. Divido la stanza con un’evanescente figura. Probabile sia io da alzata da futura sposa devota verso Linton prossimo sposo. Che perde progressivamente i propri lineamenti, ed è quanto lo specchio ha materializzato di me senza te Accio Heathcliff. Ecco come stavo. Ora lo sai grazie a Picasso due dipinti per una condizione.
Non ti avrei rivelato quanto ti dico se non avessi trovato, sempre nell’opera di Picasso, altrettanti dipinti, due, di donna che realizzassero quanto sono adesso con te. Nella gioia. Tornati assieme dopo 5 anni e 5 mesi separati. Nel primo, che il pittore dedicò a Marie Thérèse, pitturato nel febbraio 1937, la donna con il capo ornato da ghirlandetta di piccoli fiori vivacemente primaverili, sembra creatura da Dolce Stil Novo, ed è regale come principessa che va verso l’amato fiduciosa, perché la lontananza è terminata: lei sceglie di tornare dallo zingaro Heathcliff senza blasone senza titoli culturali, però Eroe da libro senza libro. Per starci assieme pur’ella senza libro ma personaggio.
L’altro quadro Picasso lo dedicò a Dora Maar. Appare vivace briosa monella complice come lo sono io con te. Nei giorni in cui non faccio la principessa per amor cortese nel tuo cuore per la seconda volta. Sì, certo, le donne picassiane nei nomi son diverse; ma anch’io sono diversa nell’animo da dieci anni fa quando ti incontrai; eppure sempre la stessa nei lineamenti da Sara Earnshaw. Ora sai, Accio, come stetti senza te come sto con te. Custodisci questi dipinti, fa che nessuno li rubi, tantomeno il destino. Più.
Accio e Cardellino Sara Cardellino per rispondere a una domanda estiva che non esaudisce, mi risponde un mese dopo con 4 dipinti di Picasso. È stato molto intenso per me vedere i dipinti di Pablo e capire cosa voleva dirmi. Tanto da ricavarci un raccontino. Col titolo: "Come stavo senza te, come sto ancora assieme a te, lo rivelo con Picasso". Decido di proseguire in questo solco. Altro per lei. Picasso lo considero un maestro basilare. Ho visitato ogni museo possibile e collezioni per vederne l’opera. Convinto che invece di scriverne sui dipinti bisogna vederli. E custodirli in silenzio. Maestri che ci coinvolgono che ci aiutano. Picasso mi garba per il suo vitalismo in ogni età. Scelgo un Cardellino. Del 1939. Picasso sconvolto e scempiato dalle vicende spagnole, che vedono gli antifascisti soccombere, trova un cardellino morto per terra. Lui, artista, lo dipinge ancora vivo con le ali spiegate i colori vibranti. Ecco l’Arte Sara! È questa. Nel tragico anche del vissuto ridare speranza e bellezza a quanto è sfracellato. Compio, voglio compiere, nel mio piccolo questo per te, Sara. Anche nei tempi bui che viviamo in politica e nella mia età che avanza. Poi scelgo le Anguille di Picasso Per Jacqueline. La donna che le sta accanto mentre dipinge in cucina sul tavolo, e che lì insaporisce anguille cotte. Di cui Picasso è goloso. Piatto fenomenale. E l’artista le mangia e poi le dipinge ancora nel piatto. Con omaggio alla sua compagna. Io, Cardellino, voglio fare lo stesso per te. Lo faccio. E se tu cucini il mio cuore e pure lo mangi, lo disegno ancora vivo nel mio petto accanto al tuo; per questo incanto d’amore. Perché sono il tuo artista e lo sarò per sempre.
|