:: Claudio Di Scalzo: Margherita Stein rivela come appresi filosofia da lei da Karoline Knabberchen da Silvae Lo. Con sue considerazioni sulla biografia on line. |
Claudio Di Scalzo
Inutile aggiungere che Sara Cardellino leggendo questo frammento della Stein approva ogni giudizio. “Mi serve a stare in guardia, quanto scrisse, se entri ancora, e lo vengo a sapere, nelel case citate, me, Claudio detto Accio, non mi vedi piu!”
LETTERA DI MARGHERITA STEIN E SUOI APPUNTI IN FORMA AFORISTICA “Tu, la filosofia, l’hai appresa da me e da Karoline Knabberchen. Lei per la sua scelta e destino non si è laureata. Io non ho mai pensato di iscrivermi, non ho neppure preso la laurea a lingue in Traduzione. I laureati in filosofia sei tu, con abilitazione all’insegnamento, mai svolto però, per stare nei tecnici e professionali, “al servizio del popolo”?, che scemenza! Accio. Lasciamo perdere! Poi tua moglie, Silvae Lo, laureata in filosofia e pedagogia, impegnata a redimere il popolo valtellinese come maestra, in missione per crescere nella parola illuminista-positivista-neopositivista i liguaggi nelle elementari. Proprio una bella coppia di sposi! Illusi. In ogni caso, Il pessimismo che ti ho in manuale divulgato: Shopenhauer, Hartmann, Nietzche, Stirner, Haidegger; L’idealismo-esistenzialismo di Knabberchen; il neopositivismo di tua moglie con tesi: “Sulla pedagogia nella filosofia del linguaggio e nel neopositivismo logico a partire dal pensiero di M. Schlick nel confronto con letteratura italiana” , il lungo titolo me lo spiattellasti (lucchesimo proverbiale) sul tavolo del secondo addio, dopo quello che mi desti per Karoline Knabberchen nel 1979, quando mi informasti che ti sposavi con lei. Fulminato dallo scoperto linguaggio di Wittgenstein e soci? Decisamente non ho fortuna di costante accoppiamento nel tempo con te! L’ampio stralcio, di lettera, informano sulla “crudeltà” della Stein verso me e tutti e tutte. Ma assieme a certe lettere custodite ho qualcosa, secondo me, di più prezioso: e cioè Frammenti in forma aforistica o di battuta o considerazioni poco morali sulla filosofia di chi si discostava dagli autori da lei prescelti maestri. Ai frammenti ho dato i titoli. Nel primo che pubblico, e allora emergeva, era il 2000, la Rete con i blog e siti vari. Emblematiche le considerazioni di Margherita Stein per quanto da decenni e oggi avviene sui social, nel settore che riguarda letterati, filosofi, poeti, su Facebook, Instagram, X, Tik-Tok. Usando il punto di vista del suo amato Schopenhauer.
1 BIOGRAFIA E AUTOBIOGRAFIA DIFFUSA. FEBBRI NARCISISTE E FUSA. La prateria-web che adombri come avvenura in libertà verso qualche Ovest libertario da inventare nelle estetiche, è una sciocchezza; ancor più se rimaniamo nella poesia e letteratura, ma stringiamo ancor più al Diario alla Biografia alla narrazione con l’io in visibil’IO, da quando scopro in questo novello Duemila, e anche nei siti che hai la sventatezza di nominarli inventati, come cavalcatura o carro verso la Frontiera?, sono particella d’uno Strumento di Produzione e il Mezzo di Produzione, uso la tua terminologia marxista classica, non ne possiedi un’unghia. Sei né più né meno che il filatore al nuovo telaio meccanico nelle fabbriche londinesi, La condizione dell’operaio Accio?, direbbe Engels!; scrivi scrivi illustra illustra tanto il plusvalore va ai “padroni telematici” e a te stipendio di magra visibilità! Sei contento? Fra l’altro cosa produci sui blog siti, alla Tellusfolio, e sui social emergenti Facebook? Diario rima letterario! Ora tendo a smontare questo tuo procedere con esempi. Spero li ricordi. E con te i tuoi simili. Son già centinaia e centinaia. Poeti e letetrati. Nietzsche prese a scrivere biografia fin da giovanotto. Goethe giunse a stipendiare un segretario che annotasse tutto quello che lasciava per via orale; Wagner ebbe gioia dal matrimonio con la sposa che annotava ognidì gli avvenimenti della sua vita. Mi fermo qui. Se tu non sei l’amante della testa di cavallo torinese; e neppure l’autore del Parsifal; manco la firma sul Faust; anche gli altri pallidi autobiografi di sé stessi e biografi di lor poematiche son qualcosa di paragonabile al Filosofo Compositore Poeta-Scrittore. Allora perché lo fanno? Lo fai? Pensaci. Operata la Diagnosi s’impone la Cura. Fossi in te imiterei Schopenhauer che in qualche paginetta di curriculm fra l’altro in latino spedita all’Università di Berlino se la cavò egregiamente. E poi fine. Col Diario. Pensaci. Ma siccome ci rimarrai male malissimo leggendomi. Ti conosco Claudio! Conosco il mio Gallo. Io Gallina regina! Eh eh. Schopenhauer scrisse che non aveva necessità di autobiografarsi perché stava tutto nei suoi libri di filosofia. Spero tu completi il tuo i tuoi, libri, tutti dedicati a figure femminili. Ci sono anch’io. E poi che sia Nirvana… e finita ogni estetica pena! Scritto ciò… facile capire, leggendomi, che sei l’uomo che amo. Da una vita. E a scrivere biografia dovrei esser io sentendo che bussa menopausa. CONTINUA...
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