:: Karoline Knabberchen: La Voragine. Kant alla vigilia della partenza per Pisa. 1978. 40° della Morte. |
Mi consumo l’a priori dell’intuizione sensibile (spazio e tempo, manualistica) nel giardino (dove non ci sono cicale, forse per il clima engadinese gusto di canto disturbante) di chi aspira ad avermi come figlia devota mia madre, il possibile fidanzato come moglie devota! mi sommuove Kant con il suo definito Giudizio.
(Questo frammento diaristico con LA VORAGINE, terribile, brividisco a rileggerlo, non ricordo quando l’ho scritto; il resto, sulla fuga, estate 1978, mesi prima di raggiungere la Facoltà di Filosofia a Pisa. Gennaio 1979. Dove ho incontrato Fabio Nardi. Mi rallegra ricordare in nota che leggendogli questo frammento, per sorprenderlo con sapienza kantiana larvatamente ironica, non ha trovato di meglio che esclamare, terminata la lettura, di compiere rima con Giudizio. Dicendo: "Karoline ti togli un pre-nomade colto sfizio. Questo colgo. Amami, migliorerai!”. Povera me povera studiosa in erba povero Kant ho pensato. Eppure lo amo. Ma tanto così tanto che proprio non ho giudizio!! E ciò non l’ho soltanto pensato, come facevo in Engadina fin da piccola, l'ho esclamato. Lui ha riso io pure. Scopro amore gioia spensieratezza. La Voragine immagino sia andata da qualche altra parte. A tormentare altra ignara fanciulla. Kant lo studio divertendomi. Quando Fabio mi chiede perché sorrido aprendo capitoli del filosofo, gli rispondo: "Mi rende allegra sapere che con lui non sono mai puntuale così m'aspetta e il suo orologio lo tormenta". Non capisce la facezia né i rimandi. Non sa nulla della biografia di Kant e cioè che con la sua passeggiata, a Königsberg, sempre nella stessa ora, stessi minuti, gli abitanti rimettevano in corso le lancette degli orologi fermatisi nella carica. KK) |