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Buck Eden - Come sto sulla PrateriaWeb

Buck Eden - Come sto sulla PrateriaWeb

Una volta seppi di un partigiano, nel 1944 a Vecchiano, lo chiamavano Lalo o Libertario, di giorno stava nascosto in un loculo del cimitero, accanto alla piccola bara della sorelllina che era morta a tre anni, poi a notte usciva e faceva la guerriglia contro i nazifascisti. Questo partigiano mi ha ispirato. Nell'epoca del Web. Web che mi è congeniale, perché sono più scritture in metamorfosi. E posso svicolare dal mestiere tradizionale imposto dalla tradizione umanistica e relative gerarchie, ed editoria. Anch'io sto in un cimitero, nel cimitero della Tradizione, in un loculo, poi esco, non visto, e vado in giro a fare la mia Resistenza con la mia scrittura, a tracciare nuovi sentieri libertari, e poi rientro. E se mi allontano nel Web, nella prateria che ho segnato, mi mimitizzo sulla pista, pallido come neve, verde come la foresta, rosso come nel tramonto. Sono libero. Sono solitario. E imprendibile. Fine a che vivrò. E oltre.

(Buck Eden, 2009)

Anonimo