Due poeti nell'ora eterna che conforto non porta, si consolano ricordando quando i loro corpi concedendosi ai desideri portarono seco busti, braccia, gambe, busti e tutto il resto degli organi, per poi perire come calendario comanda. Loro invece, affidandosi alla parola, sono rimasti di qua, secchi e argillati, vuoti e traforati (anche nelle pupille), e il vento li rintrona inutilmente per far loro ricordare i versi immortali che, ahimè, dipendevano anche dal piscio, dallo sperma, e dalla merda.

(Claudio Di Scalzo)