A Maria nella fotografia aggiungo soltanto la virgola del mio naso perché il destino mi ha concesso il beneficio di odorare la sua scia. Ogni altra spiegazione sarebbe un indegno e malinconico inganno al tempo trascorso a quello non vissuto. Ma se potessi slegare le mie mani dagli anni che ormai prigioniere le tengono, e ancora intrecciarle a sostegno di quella corona di capelli ch’ella ha sul capo, sarei ancora nella risonanza della purezza! Oggi, guardando il suo viso, primo ed ultimo mio raggio sopra migrante vita… ringrazio i cieli per aver fuso il mio sguardo con il suo a Venezia. E del mondo e nel mondo senza di Lei, neanche l’aria voglio mi sfiori. Questi i pensieri di Bertacchi mentre chiude l’album sentendosi senza naso e senza respiro. (Yvonne Zèffiro, "Le donne nell'album di Giovanni Bertacchi")