CDS: "il 20 agosto 1984 alle Lofoten di Karoline Knabberchen" - Dittico - 160 x 80 cm -
Tecnica mista su tela - 1990
Karoline Knabberchen
SACRO E AMORE
(a Fabio Nardi)
Il sacro nel divino amore che non ha pari, il sacro nel terrestre amore che non ha pari, come pienezza assoluta, si pone intangibile, nella propria dignità e “inscalfibilità” perché prende, accetta, Dio per intero, per slancio di fede, non per sottomissione a dogmi; la parola della Bibbia deve bastare, così come quella degli evangelisti che conduce a Cristo: sulla Croce. Nell’amore terreno, per lo sposo, esso, il sacro, tende all’intero, anche ad abbracciare il male, l’errore, la colpa nell’amato.
Schelling scrive che il male c’è pure in Dio. Va accettato anche in chi si ama. Tu Fabio hai sofferto l’esclusione. Il soprannome, Accio, poi te ne sei gloriato e lo apprezzo, ratifica il sigillo, o marchio, dell’esclusione. Quest’ultima, se mi segui in questo percorso di fede, non la subirai più. Da me... mai accadrà: possa escluderti. Io ti amo per come sei. Intero ti scelgo. Mio specchio e cuore che chiama all’appello perché evita ogni costrizione all’amore.
Illimitato incondizionato fidente. È.
Se ti escludessi dal mio amore per certi tuoi peccati, o ravvisate colpe ritenute irredimibili, profanerei l’idea di sacro che porta a Dio.
Una volta che ti dissi e scrissi: “Ti amo”, suggellai il patto che conduce a compimento la scelta. Il che non esclude che uno di noi due possa essere investito dal tragico non-compiersi terrestre dell’amore che ci lega. Non però con l’abbandono, il ripudio, lo scioglimento del legame che ci stringe.
Il divino come sacrum conduce a Dio come sanctus. Nell’amore giungiamo a espresso compimento del nostro essere cristiani, e questo ci lega nel personale vincolo a Dio all’amore terreno, nella ricerca di una necessaria perfezione imitante la divina.
Ciò coincide per gli amanti con l’assoluto possesso del sé, esplicato con l’autocoscienza assoluta e assoluta libertà. Dal sacrum ci innalziamo al sanctum fondando la giustificazione (o predestinazione) di un legame.
CDS: "Il 20 agosto 1984 alle Lofoten di Karoline Knabberchen" - 40 x 80
Claudio Di Scalzo
IL CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN
Il Canzoniere di Karoline Knabberchen, è un immaginario, per estensioni tematiche, che tiene in sé presupposti speculativi che sono anche carne e sangue, reale, di un’avventura poetologica e narrativa. Romanzo. Il personaggio di Karoline ha il cuore angelico oceanico, e può contenere anche altre firme, che ne dilatano il battito. Come per il fumetto e cinema e serie televisive auspico che altre firme ne scrivano un altro lemma, di questa partizione. Transmoderno.
Nel suo viaggio terrestre e da presenza oltre la morte Karoline ci dona il suo elenco di illusioni e allusioni perché noi si possa, io e Fabio Nardi, comporre l’atto consustanziale alla sua biografia con testi creativi che siano anche recita, preghiera, religione, alchimia. L’angolatura prospettica della storia di Karoline Knabberchen morta, taglia la parola personale perché accolga nella ferita un sistema di immaginario in dialogo con la prosodia, la cadenza, il respiro adatto ai nomi del reale e di quanto lo valica.
La presenza della "ranocchietta" saltellante Knabberchen, noi due, Claudio Di Scalzo e Fabio Nardi, la conduciamo nelle pieghe del mondo per danzare ogni rapporto di creazione linguistica come fuoco in-fatuato tra pagina stampata ed elettronica, sperando somigli a fuoco divoratore dei tempi a noi consentiti non spegnendosi. Scriviamo perché la voce di Karoline Knabberchen vinca ogni consumazione. E resti racconto per chi la vorrà incontrare.
L’arditezza si confà a questa scommessa, nostra, con la delicatezza di una giovane donna svizzera, che sostò a Pisa, nei primi anni Ottanta, e nel paese di Vecchiano, e che molto viaggiò nella sua breve esistenza (Guarda.Engadina 17 IV 1959 - Lofoten.Norvegia 20 VIII 1984), a volerne raccontare, nei generi più diversi, ogni reale extratestuale per proliferazione di eventi e apparizioni.
Dai rami del bosco a Guarda, dove Karoline nacque, arriva il muschio del tronco che s’affida a un nord perenne, e la fragranza scaldata dal sole autunnale dei rami a Sud. Se immaginate chi scrive che questo tronco abbracciano avrete il rigore circolare costruttivo che ci anima.
Però il poema necessità che il bosco e il tronco e i rami da noi scelti guardino il mare, e noi con loro, l’oceano e il cielo stellato che di esso fa calco nel visibilio di certe notti, perché noi cerchiamo una semantica della forma che sia pura, e il Sacro s’accosta soltanto all’immensità. In questo processo, e ci sentiamo molto antichi, le nostre identità si mischiano negli spazi vissuti a quelli da vivere, all'intreccio del già scritto a quanto verrà versato nell’abisso concavo dell’immaginario. E le nostre psiche avranno la loro morfologia - spacchiamo il presente nel passato e futuro, invertiamo i tempi - nello sguardo della donna svizzera che ci guida.
Ogni procedimento artistico diventa, se sposato, un anello da portare al dito indice con cui si scrive; io e Fabio Nardi nel Canzoniere di Karoline Knabberchen ne accettiamo che esso distringa la mano e le ossa e la pelle nella crescita del procedimento artistico perché ogni lacerazione reale abbia legittimazione nella trama iridescente della fascinazione di quanto verrà letto e guardato nell’opera avendo al suo stesso interno la finzione della poesia: perché ogni anello ti consegna a una fede e insieme ti lacera le falangi se mai volessimo staccarlo dall’impegno preso. L’amore per Karoline Knabberchen è per sempre!
La tensione nell’immaginario per Karoline è unificante. Come la paglia tagliata conserva l’oro e la recisione della falce.
Ogni rappresentazione porta con sé l’eterogeneità e sta alla tensione unficante – useremo la dialettica? – estrarre dal caos del “racconto” quanto ha forza detto mito del sacro nella vita nella biografia poi morte e quanto vale meno di un’ombra di scodella rimossa vuota dal tavolo.
Karoline Knabberchen raggiunse con Fabio Nardi, la tomba di Giovanni Boine a Imperia/Porto Maurizio. (Da questo viaggio la raccolta: Clikka: Karoline Knabberchen: La Resurrezione di Giovanni Boine) Una tomba può rivelare che quanto sembrava noto nasconde l’gnoto in cerca d’altro nome. L’esperienza stratificata nell’oblio del poeta ligure rivela che il nostro immaginario è sempre affamato di alterità, verso quanto si rivela dedizione, custodia, cura, e anche un gorgo nell’oceano può somigliare ad un fiore che ancora fiorisce nel circolo dell’eternità da depositare dove la pietra parla.
PERSONAGGI PRINCIPALI DEL "CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN"
KAROLINE KNABBERCHEN
Poetessa svizzera che studia letteratura e filosofia all’università di Pisa
e che si suicida venticinquenne alle Lofoten, Austvågøy, il 20 agosto 1984
FABIO NARDI
Fidanzato vecchianese di KK e artista fotografo dalla vena eclettica
LIBERTARIO NARDI
Babbo sempre evocato senza tomba fissa
ELVIRA SPINELLI
Madre di Fabio, sarta in ogni luogo apprensiva
ETEOCLE SPINELLI
Nonna di Fabio
ANDRI KNABBERCHEN
Padre dei pomeriggi in barca
GERDA ZWEIFEL
Madre severa, signora degli incubi
RUT ZWEIFEL
Nonna dei garofani rosa
UGO SENTITO
Filosofo misteriosofico
PIANO DELL'OPERA
KAROLINE KNABBERCHEN. CANZONIERE D’AMORE IN VITA
Libro-Introduzione
"Le età dell'angelo svizzero Karoline Knabberchen - Diario Bagnato"
La freccia di sabbia. Libro Primo. Due tomi.
Due piante nel nocciolo. Libro Secondo.
Bave. Viaggiatori da Biblioteca.
Ornitologia vecchianese ed engadinese per KK. Libro Terzo. Due tomi. Libro Terzo.
Quaderno illustrato vecchianese. Libro Quarto.
Viaggio intorno a un volto. Libro Quinto. Due tomi.
Spuma sulla carrucola in risalita. Libro Sesto.
Anello Rovente. Libro settimo.
KAROLINE KNABBERCHEN. CANZONIERE D’AMORE IN MORTE
Il verso annuale della ranocchia. Fiabe del camino. Telegrammi sott’acqua. Candele spente. Libro Ottavo.
Come apparve la morte a Karoline Knabberchen. Karoline disegna. Libro Nono.
Filosofia da baita. Proiezioni musicali. Libro Decimo.
Tavolozza per Gaudio e Requiem. Cardiodramma. Libro Undicesimo
Fabio Nardi - Karoline Knabberchen. Epistolario. Lettere. Biglietti postali. Cartoline. Libro Dodicesimo
Del “Canzoniere di Karoline Knabberchen” in trentasette anni sono stati pubblicati pochi estratti da “La freccia di sabbia”,
“Quaderno illustrato vecchianese”, “Viaggio intorno a un volto”,
“Cardiodramma”, soprattutto sulla rivista poi annuario Tellus, e sporadicamente in mostre collettive di poesia visuale negli anni Ottanta.
CDS cura il racconto illustrato in versi e prosa e fotografia: "Karoline e il fotografo"
SULL’OLANDESE VOLANTE ALCUNI CAPITOLI DEL CANZONIERE DI KAROLINE KNABBERCHEN
CLIKKA
KAROLINE KNABBERCHEN D'ENGADINA
Karoline Knabberchen
Karoline Knabberchen ammalata
Karoline Knabberchen - Innocenza tua e mia
Libro perduto di KK