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Kaspar Hauser Kasphaum

:: Claudio Di Scalzo: Traducendo come Kaspar Hauser da Dimenticatoio di Leonardo Sinisgalli per Margherita Stein. 1978
04 Marzo 2025


Ritratti sul libro di Sinisgalli - 1978 - cds










Claudio Di Scalzo
TRADUCENDO COME KASPAR HAUSER
DA "DIMENTICATOIO" DI LEONARDO SINISGALLI
PER MARGHERITA STEIN
1978


 

Quando Leonardo Sinisgalli pubblica nel 1978 DIMENTICATOIO, lui nato nel 1908, ha settanta anni. Morirà tre anni dopo nel 1981. È un poeta anziano. “Dimenticatoio” una delle ultime raccolte. Apologhi impressioni quadretti campagnoli e domestici, piante rigogliose e vinte dalle stagioni avverse, mura, scivolamenti nel sogno atemporale. Risvegli guizzanti serpi. Schegge che movon pulegge del calendario verso la fine. Facile pensare a spine. A caso Sinisgalli dà ordine a quanto si somma e si sottrae oltre ogni geometria un tempo da giovine cercata.

E fin qui c’ero io come lettore dell’acquistata copia nella Collana dello Specchio, prima edizione un tempo preziosa pei collezionisti, ed ora svilita dagli acquisti eBay e Amazon, a prezzi stracciati. La poesia poi ‘osa vuoi che costi. Ohi ohi.

Mi venne uzzolo, fantasia, di tradurre qualche poesia del poeta Leonardo Sinisgalli per Kaspar Hauser bambino senza parola che uscito dalla cantina ov’era rinchiuso scopre la vista su cose flora fauna uomini e vive altro tempo. Verrà assassinato e sconterà giovinezza-vecchiaia imposta dalla lama di un coltello che lo scempia.

Kaspar Hauser non ha accesso alla parola se non balbettata grugnita selvatica idiota. Nessuna scaltra letterarietà lamentela rimpianto e neppure età.

Le traduzioni che riscopro, e sul libro ritratti di Sinisgalli, ribattezzato Leosgalli in sovrapposizione occhiali, e Kaspar Hauser giovinetto, mi informano che allora, e ancora oggi, potevo tentare queste temporali astruserie astrali seriali poco serie perché ho (sempre oh le giovanil tempre e le vècie tende!) improntato il mio uso nell’estetica letteratura in maniera libera. Infatti allora, come oggi, non dovevo rendere conto a nessuno, a nessuna gerarchia intellettuale, nessun editore, nessun amico o amica addetto/a ai lavori, a nessun impegno di pubblicazione su carta o mostra o presentazione o veicolazione verso premi vari.

Oggi, settantenne come Sinisgalli e ancora bambino Accio Kaspar Hauser mi chiedo perché niuno dei tanti, centinaia, migliaia, oggi on line sui social, in poesia letteratura arti addetti (sprecando loro sì giovinezza fino alla vecchiaia nell'inutile mancato approdo alloro! Che non esiste più sull’orizzontale web) abbia svolto quanto io, non hai pensiero stabile mi dice Kaspar Hauser, praticai ho praticato pratico.

Ah, se c’era un’amata ad assistere a queste performance sinisgalliana kausperata? Ovvio. La traduttrice Margherita Stein: che fotografai "Sulla porta della traduzione nuda con scialle" recitante sconcerto per come traducevo alla Kaspar Hauser per come la fissavo dall'obiettivo Polaroid desiderandola selvaticamente. 


 


Sulla porta della traduzione nuda con scialle ti ho scorta.
Fotografo Kaspar Hauser Accio - 1978 - Polaroid

 


 

LEONARDO SINISGALLI

PER QUESTO VIOTTOLO

Per questo viottolo

storto, stretto, gonfio

di murmuri, di strepiti

potrò raggiungere tra gli iris

il recinto di cenere.

 

KASPAR HAUSER ÜBERSETZER

SUESTA VÌOTOLA

Suesta vìotola

storpida strèta goffia

nea bibbigli eppoi strappiti

purrìa harivar tragli irisse

recintommi fòò spéntospètro.

 

LEONARDO SINISGALLI

STO IN ATTESA

Sto in attesa a guardare

Laggiù quando scoppiano

I fiori tra le foglie

 

KASPAR HAUSER ÜBERSETZER

MIATTO APETTO

Mì stòrtosto stono a fissa

luentan ando boom bum

tria fòlie scoppìno horolle.

 

LEONARDO SINISGALLI

CARI LUOGHI

Cari luoghi dove

ti pare di udire

di rimbalzo la tua voce

 

KASPAR HAUSER ÜBERSETZER

Logghi prezzosi duvve

mi sembba d’eccoci

rimbarzata vox ammia.

 

Leonardo Sinisgalli

TI VENGO VICINO

Ti vengo vicino, per vederti

Devo difendere gli occhi

Dalle spine.

 

Ti posso chiamare, nessuno

Mi sente nel giardino.

 

KASPAR HAUSER ÜBERSETZER

VEGNO A TÌ PÉ MORÌ

Vegno a tìa avvicinosso guardatti

meparo l’oci indifesso

dàlo cutiello spinna ohii.

 

Chiammo lo purria (assassino)

niuno ebbimi a sentir nèlo giardino.

 

 

 


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