:: Margherita Stein: Ricorda Achab e Stirner. Biglietto con video per Claudio Di Scalzo e L'Olandese Volante. Biografia della Stein
14 Febbraio 2017
Claudio Di Scalzo
IL BIGLIETTO RITROVATO DI MARGHERITA STEIN
Ho ritrovato, in questo febbraio 2017, un biglietto che ricevetti da Margherita Stein, ad inizio gennaio 2011, quando ormai L’Olandese Volante era pronto nell’azienda Retesì di Sondrio che l’aveva realizzato tecnicamente. Compresa la barra Rossa in alto che in realtà è una biblioteca per romanzo. L’OLANDESE VOLANTE poteva salpare.
Nel biglietto, di questa compagna surrealista (pubblicata sull’Olandese Volante) c’è anche una sua riflessione per me. Un invito. Che ho seguito. Mai riconoscere un’autorità a cui rendere conto. Quindi non ho mai riconosciuto alcuna autorità sopra di me ai governi e alle caste culturali. Ricordandomi l’insegnamento di Achab e Stirner. E questo è il mio comunismo eretico basato sul Singolo. E la struttura della mia estetica. Nel corso degli anni Settanta vi aggiunsi Kierkegaard sotto l'influsso di Karoline Knabberchen (1959-1984). Perché sono cristiano. E convinto di scontare una “colpa" che mi presiede e che non conosco, per come si sono sempre messi gli eventi della vita per me. E che soltanto con la morte conoscerò.
Accio e Margherita Stein a Viareggio Estate 1979
Margherita Stein
DIVENTA L’OLANDESE RICORDANDO ACHAB E STIRNER
(Monaco – 5 febbraio 2011)
Claudio stai accanto ad Achab e Stirner e diventa L’Olandese con l’Olandese Volante. La tua arte e letteratura ha questo destino. Ti aspetto a Monaco. Vorrei salpare con te con episodiche traduzioni. Tua Margherita Stein.
PS: Ti lascio questa riflessione penso possa servirti – Monaco, gennaio 2011
Immaginare, prego, un paese in cui a dettare legge fosse gente per la quale la responsabilità viene prima della libertà. Dire che la responsabilità viene prima della libertà significa che la responsabilità è pensata come originaria, e dire che la responsabilità è originaria significa riconoscere che esiste un’esperienza assolutamente originaria che mi dice che qualcosa o qualcuno è assolutamente sopra di me e che questo qualcosa o qualcuno mi chiama a rispondere. Ma chi c'è sopra di me? «Who’s over me?» grida Achab. E Stirner, a conclusione della nota introduzione a L’Unico che porta l’incredibile titolo di «Ho posto la mia causa su nulla» risponde: «Mir geht nichts über Mich!», non c’è niente al di sopra di me!”.
Margherita Stein è nata nel 1960 a Lucca. Vive di rendita dalla coltivazione a frutteto dei terreni di famiglia, affittando la sua villa per sofisticati ricevimenti. Buona parte dell'anno risiede a Monaco. Traduce per diletto, scrive senza affetto, collabora episodicamente all'Olandese Volante per dispetto. (Sue notizie in IMMAGINARIO sull'OLANDESE VOLANTE finestra fotografica). Ha partecipato alla "Rotta del poema", poema visuale.
Margherita Stein è protagonista di un'opera inedita scritta e visuale, anche con me fotografo. Con Margherita Stein sono stato fidanzato. Abbiamo viaggiato in Inghilterra. Anche alla ricerca di altre donne velate in scultura. Come quella di Raffaele Monti, a Chatsworth House, vicino a Bakewell a sua volta vicino a Manchester. (Questa vicenda è narrata fotograficamente in IMMAGINARIO sull'Olandese Volante)
Traduttrice e filosofa per frammenti con originale talento visionario ha rinunciato a qualsiasi carriera universitaria. Soffrendo di stati nevrotici ha praticato un femminismo singolarmente controcorrente e spesso sulfureo. Diciannovenne è apparsa provocatoriamente sopra un giornale per soli uomini in topless e seminuda creando allora scandalo tra gli intellettuali pisani. Rovinandosi ogni carriera universitaria. Fu questo il suo modo di omaggiare Bataille e Artaud. Ha tradotto per le mie avventure editoriali "Spedizione notturna intorno alla mia camera" di F. Xavier De Maistre; "Lenz" di Buchner; "Lettera di Lord Chandos" di Hofmannsthal; "Il povero musicante di Grillparzer" poi da Kafka, Fichte, Trakl, Hoelderlin, Coleridge, Swift, Rimbaud, Apollinaire, ecc. Non mi ha mai perdonato la mia intesa amorosa, fino a scriverne un intero "Canzoniere", con Karoline Knabberchen fidanzata del personaggio e fotografo Fabio Nardi. Ha insomma riunito fotografo ed autore in una sola persona. Fregandosene dell'astuta narratologia da me praticata. Quando ci siamo reincontrati a fine anni ottanta ebbe a dirmi con quei suoi occhi al miele stregato: "Se mi fossi suicidata io, e avevo più ragioni per farlo dell'elvetica isterica, quanto avresti scritto sarebbe stato un capolavoro, così son tanti tuoi libri che continuano una tradizione petrarchista". A volte penso che abbia ragione. E ancora provo un sentimento amoroso per questa sua ferina selvatica sincerità che attiene al sangue misto tedesco-lucchese che ha nelle vene.