"Due compagni nel febbraio 2017"
Claudio Di Scalzo
DUE LOCULI, DUE SCONFITTE
(Feuilleton proletario transmoderno)
Nel possibile disalberamento e decostruzione dell’Olandese Volante, dopo il tradimento della Robert Ford, torna mio padre, Libertario detto Lalo, perché l’avventura corsara ha in lui un “santo protettore”, un compagno a cui ho fatto sempre riferimento. Anche in ciò sta, è stata, l’originalità dell’Olandese Volante (2011 - 9 gennaio 2017) e della sua prassi. (E per non apparire come un comunista che impone i suoi modelli e personaggi - né comandare né essere comandato la mia massima anarchica - a chi ha diretto L'OV con me per 5 anni, Robert Ford, rivolsi l'invito, essenza del Transmoderno, a scrivere d'epica e mitologia coinvolgendo la sua stirpe, suo padre marinaio sua madre la sua gente, dal basso verso l'alto! evitando di calare dall'alto la coltissima cultura mitologica-sincretista, sorta di neo-classicismo inutile, sulla propria vita per farsene modellare. Non sono stato ascoltato!). Blog e siti culturali, a migliaia, hanno intellettuali pensatori numi accademici a guidare l'ascesa alla conoscenza! … io no!… io ho Lalo. E la sua prassi.
Partigiano, anarchico, resistente, camionista. Che sta nel primo libro di Antonio Tabucchi, “Piazza d’Italia” col nome di Garibaldo. Di giorno in un loculo del cimitero del paese e di notte a compiere sabotaggi contro i nazifascisti.
Resistenza di un singolo, di un anarchico. E insieme amore verso la sarta del paese, Nada Pardini, figlia del gerarca Vittorio Pardini, per lasciarle un fiore sulla soglia, della finestra.
Io non ho fatto che seguire le orme di mio padre. Come anarchico che scrive e disegna e fotografa. Non mi sono mai considerato uno scrittore o un intellettuale (Dio me ne scampi!, agli intellettuali del proletariato non gliene importa nulla!, diceva Majakovskij), bensì un camionista dei segni, un partigiano. Per 17 anni sul web, in vari siti e blog, fino all’OLANDESE VOLANTE ho dormito di giorno in un loculo, proletario, quello della mia famiglia anarchica, nel cimitero della letteratura, e di notte sono uscito, notte dopo notte, per sabotare la cultura dominante, l’ideologia dominante borghese-capitalistica anche nella cultura. E molto sul web.
Non si tratta, come ho scritto (senza avere mai risposta!) a CC, all'ex direttrice dell'OV, che scelgo "i degni e gli indegni in poesia", questi addetti all'ideologia borghese nella poesia, possono essere, e certamente lo sono, persone degnissime e con la fedina giudiziaria pulita (cosa ad esempio che io non ho, perché le lotte degli anni settanta mi han segnato sovversivo, e tuttora, 2017, ho pendenze col tribunale per querele a me rivolte in materia di lotta alla gerarchia poetica vassallatica); però sono ostili e contrari alla poesia libertaria e rivoluzionaria per tutti, per le classi degli sfruttati, e praticano un'ideologia raffinata ed esclusiva che tende a dare al sottoproletariato culturale poetico una indirizzo alienante di separazione invece che di inclusione con i vissuti non poetici. Rispondono in maniera reazionaria a quanto il capitalismo ha introdotto nella merce cultura anche sul web. Separandosi e tornando a patetiche origini aristocratiche. Mentre la via rivoluzionaria e comunista, è quella di entrare nel MEZZO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO e nei suoi strumenti di produzione, compreso il web, per sovvertirlo nei linguaggi e nei rapporti di dominio economici e di classe imposti. QUESTO SI CHIAMA COMUNISMO LIBERTARIO. Ad esso per quaranta e passa anni sono stato fedele. E chiamo reazionari chi reazionario lo è. E impedisce, con elucubrazioni reazionarie, lo sviluppo di quanto è rivoluzionario nella poesia e nelle arti.
Piccola truppa di ripiego perché il lavoro grosso, il dominio che conta, lo svolgono le Gerarchie Imperiali dei grandi social, dei grandi musei, dei grandi giornali delle multinazionali.
Due compagni, Lalo e Accio
Campo della Barra/Ulivo
Febbraio 2017
NOTA
Questa come altre pubblicazioni sull'Olandese Volante nella sua ultima avventura sono l'equivalente di un poema grafico o di un fumetto o di un racconto popolare o forse di frammenti feuilleton e biografie immaginarie stavaganti. Non hanno niente a che spartire con la letteratura colta e alta e illustre. Sono avventure di un autore con i suoi personaggi che scelgono di apparire quantomeno presentabili, nei linguaggi, dinanzi alla parola FINE del Romanzo transmoderno che gli fu dato di vivere e interpretare.
FINE