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SONORITA'

:: I Ponti sull’Arno sul Serchio di Accio e Sara Cardellino come riverbero dei ponti di Madison County di Robert Kinkaid e Francesca Johnson. Con ricordo di Polidina e Messinella
08 Dicembre 2018





 

I Ponti sull’Arno sul Serchio di Accio e Sara Cardellino
come riverbero dei ponti di Madison County di Robert Kinkaid e Francesca Johnson.
Con ricordo di Polidina e Messinella.





Sara Cardellino e Accio a Villa Malcontenta sul Brenta il 20 novembre 2011

 

 

clikka "La Riviera del Brenta ieri  e oggi con Villa malcontenta. 2011 - 2017"

Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te.


 

-Accio, stasera guarda il fim, su Iris in Tv, con Clint Eastwood e Meryl Streep “ I ponti a Madison County”… l’hai già visto…?

-Lo vidi nel dicembre 2011… dopo il nostro novembre d’addio alla Villa Malcontenta

- ... ti ricordi la scena finale?

- Sì, me la ricordo Sara Cardellino…

-… allora sai che la maniglia della portiera l’ho girata fino in fondo… la Domenica delle Palme dell’anno scorso… sono scesa, calcando la scena cinematografica con variante, sono scesa dall’auto di mio marito… ho raggiunto il tuo pick-up e con te sono partita: perché il semaforo rosso-sangue (anche quello che perdevi dal naso!), nella tua vita, nel gennaio 2017, mi ha rivelato tutto del nostro legame che ancora ci teneva… lo rivedrai il film con occhi diversi?

-Sì si si! Sara… e come ci siamo promessi nessuna scatola con i nostri diari e scritti giungerà tra le mani dei familiari… e io che partirò prima… (ho oggi l’età dell’attore nel film) te lo giuro ancora. Nessun libro nessuna mostra sul nostro amore! Riguarda, la nostra vicenda, due persone semplici che si sono amati e si amano come tanti nel mondo… non c’è bisogno della letteratura della poesia, per dire di un legame invincibile…

-Sono tornata da te perché seppi che eri giunto, dopo 5 anni e 5 mesi, esattamente a questo punto. Come Fabio Nardi per Karoline Knabberchen, vero Accio?

-Sì!... Cardellino!, sei scesa verso me e io verso te nella pioggia gelo vento tormentosi di un’estetica inutile a dare felicità. Quanto si rivelava enfatica letterarietà, da me ricevuta e data nel tempo da separati, se la stava portando via acqua e rigagnoli. Anche se tu non fossi tornata, non scendendo dall’auto, mai più avrei vissuto una vita che poteva essere equivocata come tesa verso un libro. Sono sempre stato un “Eroe da libro senza libro”, come mi hai definito. Ho avuto come modello l’amore della Polidina, e di mia nonna Messinella, melodramma e realtà, possibile, come nel film.

- Chi è la Polidina? Me lo devi rivelare. Sarò a Vecchiano giorni prima del tuo compleanno… Accio su che ponti mi porti, dove già transitai, per fotografarli?

-Sul Ponte di Mezzo a Pisa… e sul Ponte della Maddalena a Borgo a Mozzano in Garfagnana…

-A presto fotografo di ponti per due date!

-A presto interprete di Bach per due concerti uguali e dissimili


 

POST SCRIPTUM AL DIALOGO CON LA VICENDA DELLA POLIDINA E DI MIA NONNA MESSINELLA

Quand’ero ragazzetto, verso il 1959, mia nonna Messinella, vedova, di Vittorio Pardini, mi conduceva da una signora, anch’essa vestita di nero, in una piccola casetta tinteggiata di celeste con gerani alle finestre, vicina a casa nostra nel paese di Vecchiano. La Polidina mi dava dei confetti o una fetta di torta, mi consentiva di prendere tra le mani souvenir di città italiane, e alcuni con nomi che forse erano russi. E intanto ascoltavo cosa si dicevano tra di loro. Un poema semplice, elegia popolare, del quale conosceva le vicende da tempo ma attendevo nuovi capitoli.

Mia nonna aveva perduto il marito, morto di crepacuore, nell'agosto 1944 all’arrivo degli americani a Pisa sull’Arno e subito dopo, sei chilometri, giunti a Vecchiano sul Serchio. Fascista della prima ora, Marcia su Roma, fedele a Mussolini ma non alla Repubblica Sociale, non resistette al crollo del Fascismo alla sconfitta e forse anche al timore di una fucilazione. La Polidina non si sentiva ancora vedova, dopo decenni, perché il marito, era disperso in Russia. Probabilmente morto. Non ufficialmente. Lei lo aspettava. Ma si era vestita lo stesso di nero. Abbassando la voce, in un soffio, sentivo, le due donne dirsi che solo questi uomini avevano amato e avrebbero amato per sempre. “La notte, Messinella, prima d’addormentarmi, dico sempre “Buonanotte Luigi”, come fosse lì con me”. Mia nonna per fedeltà non si era più tagliata i capelli scuri e li teneva in una treccia che se sciolta rivelava una capigliatura lunghissima, fino alle ginocchia.

Queste due donne, per me, rappresentavano l’amore come anch’io, nella mia confusione pre-adolescenziale,  avrei voluto vivere. Forse avrò sentito da loro profferire frasi come “Il mio amore non scade come il latte”. “Il mio amore è oro non similoro o bronzo”. Che poi ho ricordato crescendo fino ad oggi. Fino al ritorno di Sara Cardellino.

Poi, come studente come lettore vorace, avrei letto i grandi amori che la letteratura ci consegna da Dante in avanti a Shakespeare ai romantici tedeschi e inglesi… a Jane Austen e Emily Bronte… ma sempre il modello per me - prima prima di ogni riflessione intellettuale sull'amore - è stato quello della Polidina e della Messinella. I loro uomini erano alla loro altezza? Lo erano stati? Probabilmente no. Le due donne erano superiori nel sentimento. Il loro Stil Novo reale come un giuramento che non si spezza, vinceva il tempo. Due donne che non avrebbero mai scritto un verso un racconto tinto una tela… capaci di tale altezza nel cuore! Esattamente come la vicenda di Francesca Johnson e Robert Kinkaid nei Ponti di Madison County. Tanto magistralmente interpretati.
 


Accio e Sara Cardellino l'8 dicembre 2018


 

Ieri ho raccontato a Sara, sul Ponte della Maddalena, a Borgo a Mozzano, la vicenda di Messinella e Polidina e del loro amore. Mi abbraccia stretto. Posa il volto sul petto. Sento la stoffa inumidirsi. Poso la fronte pur’io sul suo capo. Per il mio compleanno, oggi Otto Dicembre, lei è anche la Polidina con Luigi tornato finalmente a casa dalla guerra, e pure siamo stati i due amanti del film. Perché Sara Cardellino è scesa verso il mio camioncino che l’aspettava al semaforo rosso. Qui sta ogni poesia sua, e mia alla sua accosto: bagnato da pioggia dove non ebbi riparo senza di lei: il volto disperato che mostrai perdendola: il volto che torna sorridente ritrovandola: dopo 5 anni e 5 mesi nella festa cristiana delle Palme. Quanto di più alto potessi esprimere e che, per me, vale ogni cosa che scrissi dipinsi fotografai.

 

 


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