Sara Cardellino e Accio Povero Musicante Scrittore a Vecchiano
Domenica delle Palme - 2017
Accio, nel dolore è impossibile negare al pensiero e al respiro di unirsi alla sofferenza dell’altro. E dunque, ora, respiro e pensiero sono con questa tua sofferenza, che va accettata, che va accarezzata.
(Sara Cardellino - 26 febbraio 2017)
Accio
LETTERA A SARA CARDELLINO
(Clikka-leggi risposta: "Lettera di Sara Cardellino a Claudio - Al mio Povero Scrittore Sgrammaticato"
Sara Cardellino,… ti scrivo dalle stanze vecchianesi detto Atelier di Accio, in questo 25 aprile, ricordando il tuo frammento in risposta alla mia richiesta d’aiuto, poi il tuo arrivo, al cancello verde la Domenica delle Palme; perché ora so, stando in queste stanze tra armadi in disuso, e attrezzi di lavoro e macchine da cucire, e scatole contenenti tanti miei manoscritti e dattiloscritti e files... che in tutto questo tempo la mia, è stata Resistenza politica e estetica e utopia folle nello spirito libertario che mi ha sempre coinvolto.
In questo, Sara, ho proseguito la lotta del partigiano anarchico mio padre: Libertario detto Lalo. Questa coerenza è la mia Bandiera. So pure che questa lettera come altre mie affermazioni potranno essere facilmente virate nella presa in giro o ritenute candidamente stupide. Ma non m'importa l'innocenza è rivoluzionaria a diciotto anni come a sessantaquattro anni.
Sara Cardellino
In questo sta la mia affidabilità, ti ho detto. E tu in modo altrettanto sincero mi hai detto, anch’io, ho una mia particolare fedeltà: “rispetto il Sacramento”. Mi confidi che essendo sposata ci sarebbe stato soltanto l’abbraccio, gioiosissimo, al cancello verde, del tuo arrivo qui a Vecchiano. Ma aggiungi che tu fosti sposata a me tanti anni fa nel mito dell'amore assoluto e nella separazione, sì anche nella separazione a Villa Malcontenta sul Brenta il 20 Novembre 2011 (clikka: La Riviera del Brenta ieri e oggi...", continui con guance arrossate, e quindi, “anche il nostro amore ha dei diritti con il suo racconto nascosto, e ad esso sono legata, ci ho sofferto tanto e tu con me!, son qui per questo, e il rispetto del sacramento non è facile per me!, dico per me, non so tu!, perché ho voglia di baciarti e tanta! anche se non ci proverò! Ma se un'altra volta, che ci incontriamo, accade... vorrà dire che il mio primo anello con te era più forte e giusto!”
A Lucca seduti sulle Mura ci siamo raccontati la nostra vicenda “tragica” della separazione nel novembre 2011. E’ stata poesia.
Quanto scrivo nasce anche dal cristianesimo da te espresso quel giorno a Vecchiano. - “In queste stanze hai creato un universo, di scritti e disegni, e personaggi, con fantasia incredibile, nella gioia nel dolore estremo. E nessuno lo saprà mai!”.
Ho chinato il capo, assentivo, ero il Bambino sulla Sedia e il Bambino sull’Argine ma anche l'anarca Buck Eden e anche il Golem e Marco Pachi personaggi umoristici, e Karoline Knabberchen stava alla finestra guardando fuori, e mio padre Lalo dormiva di là sul canapè, e Il Pazzo, l’amico barbiere, stava in soffitta a cercare un calendario profumato da barberia che non trovava più… tu, Sara Cardellino, ti guardavi attorno, non fissavi carte scritte o dipinti ma gli attrezzi del Camion OM 42, ancora sparsi e appesi con i cacciaviti e i pneumatici alle pareti, guardavi la macchina da cucire della Nada, in quel momento in ospedale, e le biciclette, compresa quella mia di bambino, appoggiate alla parete. “Qui c’è il tuo cristianesimo, il tuo anarchismo, Accio”. Mi dici mentre mi carezzi, protettiva, la fronte. Più volte le tue labbra sono vicinissime alle mie!
Ho ricordato questo tuo passaggio nella mia casa perché so che qui c'è, come tu la definisci: "La catena che non si spezza!". Viene a te dal melodramma, da Puccini e Verdi, dal sacro di Bach, dalla musica che ti agita sempre. Perche sei musicista prima che poetessa. E dalla musica che non scade ti vien e l'empito per unirci nella catena che non si spezza. Mi salvi sai, dicendomi questo, Sara. Anche dalla nausea verso le parole che mi è presa dal 9 gennaio in avanti.
Bambino sulla Sedia
Ti scrivo - un po’ come Bambino sulla sedia un po' come Bambino sull'argine - da queste stanze dov'è nato l’universo che ti ha tanto coinvolto standoci al centro e che, forse, presto si chiuderà con me. Tu però so che non vuoi accada! Che torni punta di spillo. Poi nulla.
Accio sull'argine del Serchio
Ti abbraccio, ti abbraccio, ti abbraccio... con il cuore in Cardiodramma, con il pensiero e tutte le mie labbra nel bacio non dato... che so, lo sai anche tu, ci daremo! tuo Claudio detto Accio