:: Sara Cardellino: Se mi raggiunge la Lettera all'Immortale Amata di Beethoven... l'8 dicembre 2017
08 Dicembre 2017
Sara Cardellino
SE MI RAGGIUNGE LA LETTERA ALL’IMMORTALE AMATA DI BEETHOVEN… L’8 DICEMBRE 2017
Nel luglio 1812 Beethoven scrisse “All’Immortale amata”. La lettera trovata dopo la sua morte nel cassetto segreto del suo scrittoio non è mai giunta a destinazione.
Studiosi, devoti al romanticismo, l’hanno eletta “Immortale lettera”. Ed hanno cercato, testardamente, a chi fosse indirizzata. È stato stabilito che la donna era Josephine, detta “Pepi”, von Brunswick.
Josephine, rimasta vedova nel 1804 del conte Deym, aveva intrattenuto fino al 1807 con Beethoven una realazione amorosa, troncata per il volere e l’intromissione di parenti e della sorella di lei. Però il fuoco covava sotto la cenere, ardente, per cinque anni, braci incandescenti, ed è divampato nell’estate 1812 ancora. Ancora. Ti dice niente questo accadimento per noi due, Claudio?
Josephine risposatasi con il barone Cristoph von Stalckenberg rimane incinta. Il legame tra i due diventa arduo, impossibile, drammatico. In questi frangenti Beethoven scrive “All’Immortale amata” e non spedisce la lettera. Lettera di delirio, rovente, parole incandescenti, storte, fratturate, ricomposte ancora eterne nel dolore della separazione. È L’amore assoluto. Perché meravigliarci?! Solo chi l’ha provato, l’amore che rasenta l’abisso e ogni bellezza, può intendere il petto di Beethoven che scrive e quello di Josephine che lettera non riceve.
Sara Cardellino e Accio l'otto dicembre 2017
Con lei che ha ricevuto la lettera di Beethoven all'Immortale Amata
CDS: Tecnica mista su carta
“Amami oggi – ieri – quale struggente desiderio, sino alle lacrime, di te – di te – vita mia – mio tutto – arrivederci – amami sempre, eternamente tuo, eternamente noi”.
Questo è un frammento di lettera. Tutta intera l’ho ricevuta io. Sara “Pepi” Cardellino. Non chiedermi come sia stato possibile. Non lo so. Non m’intendo di misteri della letteratura che diventa vita, vera, reale, tangibile, in questo fine anno 2017. Non c’è teoria estetica che possa spiegarlo. Forse c’entra che sia io che te abbiamo rinunciato a non fidarci più della poesia solita, per vivere in coppia, e difatti nella lettera che ho ricevuto, non c’è più la parola “addio” bensì arrivederci. E così è stato. Vivo due volte, con nomi diversi, in te, amato mio. E sarà per sempre.
In questa gioia, ti dico, che la lettera è per due coppie, non una. Che bellezza vero?! Vale anche per Fabio Nardi e Karoline Knabberchen. All’Immortale Amore, Accio mio, eravamo destinati, e ora c’è! Buon compleanno!