Claudio Di Scalzo
IL REQUIEM DI VERDI PER KAROLINE KNABBERCHEN
Sommessa e misteriosa sonorità
su cui s’avvia iridiscente sospensione sull’eterno
il “Requiem aeternam” – graduale arcana vampa di estivo pianto
per me che rimango per te Karoline Knabberchen il 20 agosto 1984…
cresce con quanto esiste nel non esistito
con il pensiero vissuto nel corpo transitorio d’ogni rivelazione terrestre
sale in mirabile varietà d’accenti nel “Te decet Hymnus”; oltre s’ascolta
la veemenza del “Dies irae” che in modo austero e grandioso
dice che dalla vita viene la morte da ogni anima altro.
Questa terra matura la scelta
d’accogliere atti che crescono cose pensieri radici d’affetti
che poi dobbiamo scoprire come lasciarli.
C’è un suono nella morte di tutti che sostiene il mio nel passaggio ultimo
- disse dice dirà Karoline a quel me stesso che la ricorda ogni anno -
sembra un bisbiglio che attende accetta attraversa
la risposta che esiste esistette esisterà
nell’adombramento in perdita del corpo per conoscere noi in Dio
oltre il male oltre il dolore noi nell’amore assoluto
che ancora è Dio in noi: “Quantus tremor”.
Fabio Nardi: "Due K, due tracce di sangue" - 1985