:: Claudio Di Scalzo: Sara particolare Pierrot Lunare ovvero Misteriosa dama R in notturno daffare. Con Pierrot di Patty Pravo
12 Gennaio 2020
Sara Pierrot lunare
Claudio Di scalzo detto Accio
SARA PARTICOLARE PIERROT LUNARE
(ovvero Misteriosa dama R in notturno daffare)
(con i morti presto Rimbaud Corbière Corazzini e Hendrix Morrison Joplin Cobain)
Fin da metà anni Settanta presi a dedicarmi a Jules Laforgue. Fondamentali i saggi di Solmi in italiano e basilare leggere in francese la "Filosofia dell'inconscio" di Eduard von Hartmann (1842-1906) sviluppante Schopenhauer, i due filosofi di riferimento del poeta, e ogni paratesto scritto illustrato, della critica francese, che recuperai a Parigi stando nell’albergo di mio zio Lenino in Montparnasse. L’atmosfera conta per farsi permeare. Sembra dicesse Deleuze, alla Sorbona, sorta di spugna porosa o di tubero?, e chi se lo ricorda!, fulminanti le immagini del filosofo che aveva messo il fazzoletto rosso ad Edipo, però, per me, mai come gli schizzi di luna sui Pierrots evocati dal poeta tisico morto prestino. In Italia si spandeva la citazione in Body Art in Narrative Photo declinando poeti decadenti sbattendoli sui denti del leninismo defunto dalle Brigate Rosse nel sangue espunto. Tanto valeva stare a notte a tradurre Laforgue che meriti avea oltre ogni Morgue.
Oggi si piange sui social i morti poeti a settanta anni od ottanta, e quanto voglin campa? e poi che perdita gliè?, ah beh! non mi sembrano drammatiche; ma se uno muore a 27 anni e di tisi è un po’ diverso. La perdita c’è eccome! E dopo aver scritto versi che sbarellano la forma e il genere. E dilatato i miti greci e medievali in pantomima eroicomica. E aver inventato personaggi come il Pierrot e lui stesso, personaggio, che fuma lunghe sigarette sulla diligenza che va al cimitero… cribbio, se muore Laforgue, è una catastrofe! Per la poesia intendo.
Ma come per il rock, morire giovine, è sigillo di racconto indimenticabile per il morto che resta vivo in chi gli presta ancora voce cura custodia parziali resurrezioni. Vale per Rimbaud per Corbière per Laforgue per Corazzini. Vale per Hendrix Morrison Joplin Cobain.
Presi a tradurre Laforgue a pitturare scenografie decadenti e paesaggi cari spalmati da lucori lunari. Ad inventare varianti. Però mancava la Donna. Adatta. Che in Laforgue presenta complicazioni per lui non di poco conto. Il problema si è risolto con l’apparizione nella mia vita di Sara. Nel 2009.
Si completa la Misteriosa Dama R (realmente esistita come amante di Laforgue a Berlino) pittura foto scrittura, con reale presenza. “R” dalla consonante del nome della mia bella esperta in musiche di Debussy e Ravel perfetti decadenti. Insomma, per me, figura siffatta è fondamentale. Ne è il sale. Occhi corpo pelle metafisico suono voce fianchi. Sennò tutto resta qualcosa di cerebrale, che per Laforgue vale, ma non per me. Sia detto.
-Lo presti il volto in fotografia alla Misteriosa Dama R, Sara?
-No e poi no!
-Allora smetto, e casso, il personaggio…
-Accidenti a te… al massimo, Accio, una parte…
-Sarai un Pierrot lunare a metà… nessuno ti riconoscerà…
-Meglio così per come traduci, da scimunito, Laforgue rovesciando ogni logica del buon traduttore. Però mi diverte. Addirittura in “Pierrots”, IV, mi fai diventare singola che se la prende col mito del Maschio.
-Mi sembra un bel colpo alla misoginia del poeta esangue palliduccio con il feminino come cruccio. Vero Sara?
-Sì sì. Accetto, d’esser metà-me Pierrot Lunare celeste con occhiaie spianate dalla veste.
Da PIERROTS – Imitazione di Nostra Signora Luna secondo Jules Laforgue. (1881-1886)
IV
Truccata d’abbandono, maniche
a salice piangente, intrecciano giuramenti
poco veri perché troppo veementi!
poi rumoreggiano in pallida suite,
sibilando: “Angelo, tu m’hai inteso,
per la vita per la morte! – e intanto:
Ah! passo la spugna!... smonologo,
e non lo faccio per partito preso,
ma l’idea del Maschio, il quale,
ahimè! in questo Duemila, ancora
si prende sul serio, mi torce
in riso dalle strazianti scale!
Non mi tirare pietra telematica,
o patito della giarrettiera!
Non tirar sasso elettronico, oh!, no,
alla pallida paria del vero, alla pura Pierrot.
Maquillés d'abandon, les manches
En saule, ils leur font des serments,
Pour être vrais trop véhéments !
Puis, tumultuent en gigues blanches,
Beuglant : Ange ! tu m'as compris,
À la vie, à la mort ! - et songent :
Ah ! passer là-dessus l'éponge !...
Et c'est pas chez eux parti-pris,
Hélas ! mais l'idée de la femme
Se prenant au sérieux encor
Dans ce siècle, voilà, les tord
D'un rire aux déchirantes gammes !
Ne leur jetez pas la pierre, ô
Vous qu'affecte une jarretière !
Allez, ne jetez pas la pierre
Aux blancs parias, aux purs Pierrots !
Ricevo dall'amico e compagno Fabrizio Arrighi sul social Facebook
"Claudio Accio Di Scalzo"
questo proseguo e arricchimento al "Pierrots" di Laforgue
pubblicato qui e sul social come avventura dei personaggi Misteriosa Dama R e laforgue.
Questo scambio comunitario-comunista, senza altro fine che il gioco-valore d'uso estetico,
scevro da ogni intellettualismo, è per me prezioso, perche in questa maniera
intendevo e intendo le arti. L'Olandese Volante, dunque, è adatto che conservi questo giorno.
Sara Cardellino, in accordo con me, ringrazia per l'amicizia e lo scambio.
"Ciò attiene anche al Jazz, dice, e alle variazioni sui temi della classica. Bella cosa"
Fabrizio Arrighi
COME UN PIERROT
ad Accio e Sara
Come un Pierrot
pantaloni e casacca
li ho bianchi e un po' larghi e il collare di carta vorrei.
Come un pierrot il mio cappello e bottoni son neri
e la fibbia alle scarpe ce l'ho.
Come un pierrot una lacrima, un riso,
non conosci di questa mia felicità,
ma in amore di me cerchi sempre,
te ne vai ma poi ritorni sempre,
e continua la vita con te.
Evviva il nostro amore mi ci metto anch'io
in fondo siamo in due
ma, una volta tanto,
vorrei che fossi tu a dirmelo.
Come un Pierrot...