Sì, Covato Poco, sì! Scelgo la "nostra" canzone in “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano. E poi la balliamo insieme, in un locale della tua Viareggio. Mi ci porti?
Covato Poco che meraviglia vederci ballare stretti sulle note di Celentano! In un locale vicino alla spiaggia, in una sera di vento lieve, in cui si è finalmente trovato l'equilibrio della gioia perfetta, bolla sospesa fra cielo, mare e cuore.
Che luglio!, Covato Poco, che luglio! A fare gli stupidi al ritmo che incalza, ballando ridicoli e spingendoci e toccandoci e ridendo di fronte alla gente, ignara spettatrice di amore covatissimo tra mare e pineta in corso. E di nuovo tu mi stringi. Non mi lascerà più quest'immagine. Con la musica che amplifica i gesti, che rende più sensibile la mia pelle alle sue mani... Ancora il combaciamento... così facile, così immediato.
Pare l'adolescenza dei sentimenti invincibili, forti e totali! E forse lo è. Oppure la ascolteremo soli, in un futuro che spingo lontano. Un giorno, così, in un bar, in un negozio, in macchina, ci capiterà di trovarci dentro questa colonna sonora. Chissà se per un attimo ne saremo turbati, chissà se invece passerà indifferente. No, Covato Poco, no! Niente sarà più per me come questi mesi. Più niente. La musica, poi, di qualsiasi specie, ha su di me un potere evocativo così forte, che inutile sarà abbassare il volume o scappare. Se risentissi la canzone senza di te. Ma ora stringimi stringimi che domani ti raggiungo…
Tua salatissima e abbronzatissima nell'abbraccio danzante e covante e gelosante
(fonte doce doce Celentano sua voce)