Margherita Stein
SPRECARE LA SCRITTURA SUL WEB.
A CLAUDIO DI SCALZO/TELLUSFOLIO. 2006
“Talento sprecato!”, scrive gentile signore che capitato mio lettore-navigatore sul giornale telematico Tellusfolio, pertanto si necessita le risponda: Lei non ha affatto capito l’importanza di certi passi dei miei brevi scritti, episodici, dove parlo dello spreco come Sostanza. Lo scintillio è tutto, se lo lasci dire.
Ci sono, ovviamente, molti modi di scintillare. Vi sono modi superficiali e modi profondi, alcuni possiedono una radicalità inaudita, quello dei santi che sacrificano la loro vita è profondo, quello degli assassini senza motivo - anche loro sprecano la loro vita - è radicale; o materialisticamente radicale!, va meglio?
Ebbene, il web non è certo un modo di comunicare o di potenziare la scrittura, è piuttosto un modo di sprecarla, non crede?... e questo spreco – su ciò richiamo la sua attenzione - è un GESTO SOVRANO. Per chi sa farlo, naturalmente. Di re ce n’è uno, o una quantità ridotta anche on line, tutti gli altri sono in gerarchia: dai vassalli fino ai servi della gleba in scrittura. Che sia detto anche loro sprecano eccome! Ma il loro è un gesto - atto la convince di più? – servile se rivolto a chi ritengono più in alto o padronale se diretto a chi è sottoposto. L’orribile mercantilismo. Su e giù come un rigurgito.
Che cosa potrà mai pareggiarlo questo spreco sovrano? Quanto servizio bisognerà produrre prima di ottenere un grado così alto di spreco regale? Che non sia lo spreco bassamente utilitaristico? O farcito da ambizione per scalare la gerarchia che fra l’altro sul web orizzontale non può esistere se non come fissazione-genuflessione?
Il mio maestro, in ciò, nello spreco sovrano intendo, è l’uomo che da quando avevo diciotto anni, adesso ne ho quarantasei, amo! E quanto lei ha letto, di me, è, era, a lui dedicato perché, ehmm, si convincesse del mio ruolo in amore per lui che può ungerlo?... umettarlo?... baciarlo?... Goferlo? Da qualche rigo elettronico con me, Margherita, da sfolio spetalare in ardente pensiero-corpo.
Spendere sovranamente la propria scrittura, anzi sprecarla, è perciò l’unico modo di ottenere che essa gli appartenga (e lui compie questo senza darsene pensiero riflessione in parole povere teoria); aggiungo ci appartenga. Diventando amanti e complici. Con l’uomo che amo ciò è accaduto soltanto qualche anno poi, quest’essere incoronato senza merito se non sprecando, ha preferito sprecare sovranamente con altre regine.
Concludo. Si tratta quindi, riguardo allo spreco in scrittura a lato ogni estetica, dell’assolutezza con cui disponiamo di qualcosa e, al limite, di noi stessi; del fatto che tale disponibilità è illimitata, che è anzi così incondizionata e sovrana che, quella cosa, possiamo persino bruciarla, farne fiamma, anzi luce, che dico, luccichio.
Se poi volesse, gentilissimo signore, conoscere il magma sprecante lo rimando online all’uomo, esiste esiste, eccome, se esiste; non è una maschera; lo contatti, il giornale telematico ha una e-mail, se è in giornata, le regalerà qualche metro di scrittura o di pittura o di fotografia, potrà, addirittura, ricavarne firmando questo metraggio come suo persino un libro o una mostra. Ci provi! Non farà obiezioni il Re-Accio, divertente vero?... l’autore si presenta regale nello straccio del soprannome... è crudele nello scherzare-donare convinto, sarà vero cio?, che l’originale prima o poi riemerge dal calco dal furto come un demonio che chiede il conto!