Louis Veuillot
IL CORVO PROTESTANTE A ROMA
Mi dirigo verso la Piazza del Popolo. La chiesa di Santa Maria del Popolo andò a coprire l’area della tomba dei Domizi, dove fu deposta e bruciata la salma di Nerone, dopo che questo finto dio, in fuga da una sommossa, follemente tremante, la gola si tagliò mormorando: “Che peccato ciò accada, cantavo così bene!”
Nel luogo abbruciato crebbe un albero robusto. Sopra di esso si posava di solito un corvo. Chi scavò alle radici dell’albero vide la propria vanga urtare l’urna contenente le ceneri di Nerone. La polvere di Nerone fu buttata via, e papa Pasquale III, a devozione e con il sostegno del popolo, fece costruire la chiesa purificando il quartiere. Questo racconta la tradizione.
Ahimé. L’esorcismo non si mostrò del tutto efficace. Passati tre secoli il corvo riapparve sotto forma umana. Gracchiò ancora, e i suoi gracchiamenti risvegliarono lo spirito di Nerone contro i cristiani; e dalle vene di Gesù sgorgò un fiume di sangue. Infatti nel convento di Santa Maria del Popolo prese alloggio Martin Lutero. Nel 1510.
Nerone e Martin Lutero due artisti portati a far ammirare la bellezza della loro voce, due manovali all’opera nello stesso cantiere. Giungendo a Roma, Lutero, era logico s’incontrasse con Nerone. Lutero doveva recitare le sue ultime messe cristiane à dove Nerone aveva ricevuto i suoi ultimi onori fiammeggianti.
Ci sono luoghi che non è possibile purificare né con l’acqua né col fuoco né col sangue. Giorno verrà in cui accadrà qualcosa di terribile su questa piazza, dove l’altare di Maria non ha impedito a Martin Lutero di incontrarsi con Nerone.
Traduzione di Claudio Di Scalzo da Louis Veuillot: Il corvo da “Le parfum de Rome, Il profumo di Roma”
Louis Veuillot nacque a Boynes, vicono Orleans, l’11 ottobre 1813. Figlio di un bottaio dedito a Voltaire crebbe in assoluta povertà. Giunto a Parigi, da autodidatta, divenne giornalista del Figaro e di altri giornali con vena di polemista e feroce determinazione a farsi nemica mezza cultura parigina. Nel 1838, a Roma, annusa il “profumo” della Grazia. Si converte. Trasforma la sua penna in spada fiammeggiante al servizio dei papi e di un cattolicesimo conservatore che combatte ogni giorno gli idoli dell’Illuminismo, e i principi costituzionali della Rivoluzione francese e del protestantesimo che riduce la religione ad un affare di coscienza. Esalta nei suoi scritti Pio IX. Muore il 7 aprile 1883. Le sue descrizioni di Roma sono una mappa per viaggiare nella città eterna e anche nell’eterno pensiero cattolico portato all’autoritarismo conservatore se non reazionario. Leggendo Veiullot sento l’eco di tanti suoi ragionamenti negli interventi vaticani di oggi più conservatori, in quelli dei dirigenti dell’Opus Dei. Soltanto che quest’ultimi non hanno lo stile del francese e la sua folle purezza. (Claudio Di Scalzo)