Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844-1900). Dopo aver insegnato filologia e letteratura greca, nel 1879 si ritirò dall'insegnamento a causa di una malattia nervosa. Seguirono lunghi soggiorni di cura in Italia e in Engadina, dapprima a St. Moritz, poi a Sils-Maria. Ma fin dall'autunno 1872 il filosofo ventottenne fu a Splügen.
CDS: "Naso non potato nel bianco agguantato"
ovvero
Zarathustralzo nella neve di San Sassiano-Sils Maria
a Lou-Cat Saloté
NIETZSCHE AL PASSO DELLO SPLUGA
Da qui scriveva alla madre agli inizi di ottobre: "Questa valle alpina è proprio la mia gioia: qui ci sono aria pura e forte, colline e massi di ogni forma e tutt’intorno possenti monti nevosi. Ma più di tutti mi piacciono gli stupendi stradoni sui quali cammino per ore, talvolta verso il San Bernardino, talvolta verso il Passo dello Spluga senza dover prestare attenzione alla strada. Ogni volta però che mi guardo intorno c’è sicuramente qualcosa di grandioso e immenso da vedere. Domani nevicherà ed io ne sono contento di tutto cuore".
E ancora il 7 novembre di quell’anno confidava per lettera a Malwida von Meysenburg: "Il demone mi ha riportato indietro e mi ha posto a Splügen, dove conduco una vita tranquilla e meditabonda nella più grande solitudine, lontano da persone e compagnie, nell’aria rinvigorente e persino tagliente".
Al suo amico barone Karl von Gersdorff, infine, comunicava: "Mi sono ritirato qui, al confine fra Svizzera e Italia, e sono molto soddisfatto e felice della mia scelta. Stupenda, ricca solitudine, con le stupende strade sulle quali io posso camminare per ore, immerso nei miei pensieri, senza cadere nell'abisso. Appena però mi guardo intorno c'è qualcosa di nuovo e di grande da vedere. Le persone giungono qui soltanto con le carrozze postali, io pranzo con loro, questo è il mio unico contatto con loro. Esse sono come ombre platoniche davanti alla mia caverna". (Claudio Di Scalzo per Chiara Catapano)