Nel Convento letterario Sara semiseria Pizia con sguardo che strizza
29 Marzo 2011 - Accio
Sara Cardellino e Claudio Di Scalzo detto Accio
DUE POESIE SCRITTE MARZO 2011 A LIVORNO E IMPERIA IN CERCA DI GIOVANNI BOINE
RICORDI E CONFESSIONI VICINO AL CAMINO 2023. APPARIZIONE DELLA ROBERT FORD.
Giovanni Boine sul mare di Porto maurizio con navi e barche
cds - marzo 2011
Nel Marzo 2011 andammo al Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, a Livorno. Mi raccontasti di come tua nonna Messinella fosse devota, tanto da portarci anche la Nada, da questa Maria labronica. In seguito visitammo il Duomo San Maurizio sul Promontorio del Parasio a Imperia-Porto Maurizio.
Cercavamo i luoghi dove visse Giovanni Boine che mi facevi conoscere vorticando spremute fantasie, secondo te tutte realizzabili per il 2017, centenario della morte: il Cartevaneggio per lo sterminato Carteggio; i Discorsi Militari per l’Interventismo da rivoluzionario-conservatore, che non capivo come potesse esistere tale figura, il teatro nelle abitazioni diverse fino alla Tomba da rendere palco per chiacchiere conversazioni dialoghi con l’ossa marmoree del morto.
Avevi terminato, proprio in quei giorni, versi prose sotto al titolo “La sgraziata vita. Conversazione sulla Tomba di Giovanni Boine” (idea e titolo, rovesciandolo, in “graziosa” che l'astutissima Robert Ford, anni dopo, ti ha fregato, pubblicando raccoltina striminzita passata inosservata) in una sorta di Libro Totale. Che divertimento sentirti profferire: “ Stando con me sara conosci un wagneriano di tarda mano”. Insieme prendevi la mia e mi conducevi al glicine dov’era passato Boine, mi porgevi il profumo. Il Bambino-Uomo giocava. Seppi che tutto quanto su Boine avevi vaticinato l’avresti realizzato per sorprendermi, per tenermi nel gioco con te. Se ci fossimo separati tutto ciò non sarebbe esistito. Così è stato. Il “Libro Totale” non c’è. A volte penso, Claudio, che dovresti terminare quanto iniziasti. Lo farai?
Dentro di me, ricordo, pensai, seppur nella mia felicità del giorno: speriamo non imiti troppo Boine in materia di rapporti con la figura femminile. Sennò saran guai. Anche perché a volte litigavamo, aspramente, la tua vita tutta estetica, mi preoccupava; ed il 2011, fu, nell’autunno, drammatico per noi due. Ci separammo! Oggi penso!, Claudio, con tutto il Kierkegaard che mi proponevi… possibile, scervellato che sei, non avessi inteso che dovevi metterci un po’ di ETICA nel nostro vivere in coppia! Lezione che hai inteso dopo!
In un negozio di libri usati, no no era una bancarella, vedesti un’edizione di Rizoma di Deleuze e Guattari. Ricordo la copertina rossa non l’editore. La sfogliasti senza acquistarla. Ho un’edizione del 1977 a Vecchiano nel cascinale, dicesti. Non sapevo niente di questo titolo né dei due autori. Te lo confessai e tu partisti in quarta ad illustrare il pensiero soprattutto di Deleuze. Non capii nulla e tu vedendomi perplessa facesti la battuta: “Rizoma spiegato da un Mona”.
La visita andava più o meno così: vicino alle abitazioni del poeta e tanto più al cimitero di Porto Maurizio dov’è sepolto, e ricorderai che mi fotografasti col velo sul capo piegata sulla lapide, eravamo serissimi; svoltati i luoghi tornavamo spensierati.
"Sara Fantasmina alla Tomba di Boine nella mattina
velata cristallina Marzo 2011"
Foto Accio
Questa spensieratezza, la tua spiegazione di Deleuze apparendomi strampalata, seppure mi desse allegria - l’uomo che amavo era il prof. più “imbranato” nelle spiegazioni che avessi mai conosciuto dai tempi di qualche supplente inesperto al Classico, innervosisciti pure ma lo sottoscrivo - e il richiamo al Rizoma, mi fecero scrivere due poesiole in rima che racchiudevano la visita a Montenero e quella molto impegnativa a Imperia sulle tracce di Boine. Immaginai d'essere una sorta di sacerdotessa greca, una specie di Pizia, oracolare e mistericamente allegra per proteggerti. Probabile te ne parlassi certamente ti lessi le poesie scritte. Sicuro che te ne scordasti subito: di me “grecante” e dei versi!
Le ho ritrovate nella scrivania della casa padovana. Te le regalo. Mi sembrano così buffe e sincere che forse le riterrai meritevoli e un po’ rizomatiche! Mi perdoni Accio per la stroncatura sul tuo modo di spiegare Deleuze? Non ti vendicare sui versi di “Febbraio mio ti presto” e “Sentenza con improbabili monaci”, ti prego. Le rileggo. Casomai si buttano sui tizzoni!
"Frantumi di glicine Frantumi di Boine di Accio"
Foto e didascalia di Sara Esserino.
Imperia 29 marzo 2011
FEBBRAIO MIO TI PRESTO
(Montenero di Livorno Febbraio 2011)
Bicuspide amante bisesto nell’innesto:
quest’anno tace sotto neve giace.
Suolo duro zoccolo d’olivo in onde
scuote verde. Sotto Montenero il mare.
SENTENZA CON IMPROBABILI MONACI
(Imperia-Porto Maurizio Marzo 2011)
Notturno cielo fuori fuoco stanotte ha sentenziato:
cinque datteri di brace, è un pezzo di vetro la luna.
Cinque fiamme come il roveto ardente del Signore.
Il primo è il monaco comunista Majakovskij.
Il secondo traballa. Verlaine iconostasi di doppiezza;
il terzo tossisce sangue nella notte fine, Boine.
Il quarto odora di fienili e Borgogna: chi è?
Laforgue pierrot che lamentoso sogna.
Il quinto è già bell’è fritto all’inferno:
timbrato gran maestro Rizoma di poesia,
Rimbaud frutto ex poeta negriero brutto.
"Boine nell'uliveto di famiglia"
cds Marzo 2011
Queste poesie si conservano, eccome, Cardellino! Da qualche parte, in una scatola che si può ritrovare nelle soffitte, perché sul bordo c’è scritto BOINE dev’esserci la tavola che disegnai dopo che tu mi leggesti i versi dicendomi del ruolo immaginario di Pizia che, allegramente, per un attimo recitasti.
Nella ritratto acquarellato a tempera ti feci le sopracciglia come serpentelli uccisi da Apollo. Fronte tua candida al posto dell’Omfalo Delfico.
Non scordo niente di quello che mi dici, Sara, amore mio, né di quanto mi leggi! Neppure oggi con i richiami alla mia vita nell’estetica sciagurata! Ad alto prezzo pagata perdendoti 5 anni e 5 mesi!
Quanto ad imitare Boine lo faccio: ma a tuo favore: ti sono fedele perché racchiudi la sensualità popolare di Maria Gorlero e quella metafisica religiosa di Adelaide Coari. In più io ho i polmoni sani accelerati e data l’età anche qualcos’altro! Non è da tutti! Sei la mia cura portento un po’ cristiana un po’ greco-latina lo sento!