Giovanni Boine a mollo - 1983 - CDS
Claudio Di Scalzo
GIOVANNI BOINE A MOLLO
NEL 106° DELLA MORTE IL 16 MAGGIO 1917
BAGNATA PREFAZIONE FRANTUME AGGIUNTE SPINE
“MA CIASCUNO SI DIBATTA NEL SUO OGGI, CARCERATO NELLA CELLA”; con lettere pensate chiave.
1
NEL PORTO QUANTO TOSSENDO HO SCORTO
Scaltrita mente sul mar a strappar il niente di lettere d’amor dolente-corpo dai polmoni agli stinchi. Giorni salmastro finti. Lettere nel vento gabbianelle sulla sabbia telline. Sarà questo lor portento?
2
SCELTA PER L’AMATA SENZA NOME
Se il cuore fosse molo tra frustanti funi sui polmoni barca, tu, staresti sulla solida pietra corrosa o sul legno marcito?
3
SINGOLO IN ESISTENZA A NOLO
Il Destino dell’individuo è di essere solitario. Afferma Kierkegaard. Solitudine raddoppiata nella malattia che conduce presto alla morte come la tubercolosi. Le mie “aggiunte” son lame sulle punte!, ridacchiò Boine tossicchiando. La centralità dell’individualità, secondo il Danese, pure per me-io-Giovanni (Cristo distinse Giovanni dagli altri apostoli), pure coi piedi a mollo qua in porto, è d’ispirazione cristiana.
Individuo granello di sabbia in qualsiasi sistema. Esprimendosi parole-lettere strappate nel vento mi sottraggo a-me-stesso. Parola eco dolorosa-bagna l’Essere fino a nasconderlo nel segreto.
Chiave dalla parte della segregazione nella cella per aprire, tentare di farlo, l’imposta porta sulla vita, colpa da scontare?, è questa. Con il Danese fo questa scoperta. Storta!