Claudio Di Scalzo
BUONANOTTE BABBO, BUONANOTTE MAMMA, BUONANOTTE GEMMA GALGANI
L’ultimo giorno di vita di Giovanni Boine – 16 maggio 2017
L’ultimo giorno di vita di Giovanni Boine fu agonia nel buiore. Riprese conoscenza a tratti. Vedeva scuro anche se il giorno del 16 maggio, nella mattinata, faceva capolino dalle persiane. La sera prima piegandosi nel letto lungo lungo rannicchiato corto corto come bestia senza più guaiti aveva dato l’ultima buonanotte a due disegnetti e un santino che teneva sul comò accanto alle medicine. Buonanotte Babbo, aveva usato l’espressione pisana, Buonanotte Mamma, Buonanotte Gemma. Buonanotte al babbo che gli aveva trasmesso il tremore religioso anche angosciato assieme alla maschia semplicità del regolamento militare, buonanotte alla mamma che l’aveva indirizzato al buon senso al gusto della gioia, Buonanotte a Gemma Galgani che l’aveva iniziato alla sofferente agonia per raggiungere il sacro e il Cristo.
I disegni erano semplici e abbozzati ma erano inseriti nel calco della sue mani. Che mistero! Forse Giovanni Boine intendeva toccare i genitori sfiorarli in attesa di raggiungerli. Gemma Galgani invece lo guardava da un santino che aveva preso a Lucca nella chiesa di Santa Maria della Rosa dove la pregano e dove a pochi metri abitò lì morendo col nome di Gesù sulle labbra. Il suo culto era diffuso prima ancora che venisse riconosciuta santa. Giovanni Boine l'ebbe cara perché Gemma Galgani mori di tubercolosi e altre gravi infermità. E nella primavera 1917 l'ebbe vicina, ricavandone conforto, nel dolore e nell'atroce solitudine che visse.
I disegnini che andarono perduti sono riapparsi tra le mie mani per una vicenda che un giorno forse racconterò. Vi ho aggiunto quasi a voler toccare le dita del poeta la data del 16 maggio. 1917 e 2017. Cento anni sono passati. Ma la spellatura fino a vedere il rosso sottostante che è apparsa sul palmo delle mie mani, e non credo che andrà via tanto presto, mi dice che la poesia grazie a Boine è stata con me. E ora piango la sua morte e un po’ la mia.