Antoine-Jean Gros: "La Battaglia di Nazareth", 1801.
Musée des Beaux-Arts, Nantes.
Accio
CONVERSAZIONI CON SARA CARDELLINO SULLE PITTORICHE EMOZIONI
LA BATTAGLIA DI NAZARETH DI ANTONE-JEAN GROS 1801
"Sara. Posa piega risolve ogni cosa, al Romanticismo non si nega".
Foto Accio 2011
(Marzo 2022) - Spesso giungevo al quadro da un lacerto di biografia del pittore. Allora partivo per andare a vedere il quadro altri quadri. Accadde con Gros quando lessi che ai funerali di Girodet, nel 1824, ebbe uno svenimento sulla tomba perché la sua elegia di commosse parole l’illustrò con l’immagine futura dell’arte francese immiserita avendo messo da parte l’insegnamento di David e dell’amico appena sotterrato. Preda di disfacimento arte e salma. Però Antoine-Jean Gros se mischiava in sé passato presente futuro pure era scisso verso l’arte romantica in arrivo. Che entrò nelle sue tele come ne “La battaglia di Nazareth” del 1801 senza annunciarsi in riconosciuta poetica dal pittore. Così Gros stesso contribuì al disfacimento del Neoclassicismo. Glielo riconobbe Delacroix dando importanza a questo quadro. Che andai a vedere al Musée des Beaux-Arts di Nantes nei primi anni settanta.
-Di te Sara ho ritrovato una foto che potrebbe significare dal Neoclassicismo al Romanticismo in echi 2010.
-La ricordo. A ripensarci mi va il sangue ancora alla testa. Sarà per questo che quanto tu ci vedi io proprio non l'avverto. Facevi l’artista mettendomi in posa e poi mi tenevi i fianchi da dietro. Cos’era Neoclassicismo? Romanticismo? Per me Realismo materialista!