Bologna giugno 2011 sportiva delicata turbolocomotiva foto rubata - Accio
Accio e Cardellino/Esserino
ALBUM DI COPPIA ALBUME NOTA SEMI DOPPIA IN PARTITURA 2011/2020 CHE DURA
(Dalla miniera veneziana proprietà contrappunto della pisana)
Bologna giugno 2011 sportivo centrale Termica accellerativo posa epidermica -
Foto Sara Esserino
STENDHAL SOTTO AI PORTICI A BOLOGNA – Giugno 2011
(invitato al ricordo del Convegno contro la Repressione del 1977 assieme ad Accio e Sara Esserino)
La Garisenda che pende la guarda per pochi attimi di sbieco sotto l’acqua torrenziale e fradicio cerca riparo sotto ai portici profetizzando col suo solito ardore, molto mentale però mai casuale, che un giorno Parigi, tra un secolo almeno, avrà portici tanto utili e architettonici per difendere dall’acqua improvvisa. Profezia sballata. A parte per Rue de Rivoli e Rue Castiglione.
Stendhal a Bologna vuol conoscere i costumi, non i muri!, e non intridersi sotto eventi atmosferici o le torri che per loro sfortuna, pensa proprio qualcosa di simile, pendono dopo che la Torre di Pisa pende. Son imitazioni del bello storto col brutto storto. Tra due secoli o forse più… tutti in forma di brutti storti si sentiranno belli storti come la Garisenda verso la Pendente di Pisa come i bolognesi che l’han cara e non ammettono altri campanili. Profezia indovinata. Basta accedere ai social.
Questo Stendhal bolognese, che profetizza e mai minimizza mi garba, dico a Sara Esserino. Posso anche ricordarlo elettronicamente in modo Transmoderno quanto mente in me perno.
A Bologna l’autore del Rosso e Nero tiene un Diario accudendo sensazioni per il “Paese della sensazione” cercando unione anche con ogni cibagione. Sta qui dal 27 dicembre 1816 al 1817. Trova persino un calzolaio che sa del Carracci, magnifico pittore, che però sbagliò a disegnare l’angelo dell’Annunciazione, signor francioso Stendhal glielo faccio notare se mi segue in san Pietro, poverino ci morì di dispiacere, sa?! Soltanto in questa città da chi non te l’aspetti, scrive Stendhal, ti spiegano l’arte. Soltanto in questa città, dico alla sportiva Sara Esserino molto seduttiva, se fermiamo un vigile ci indica la biblioteca che cerchiamo dove trovare i giornali del settembre 1977, "Convegno contro la Repressione”, bailamme umoristico e tragico, ammazzarono Francesco Lorusso. Tu, Sara Esserino, son certo non eri ancora nata. “Nascevo!” è la risposta degli occhi scuri a giugno “per cercarne ancora elettricità con la centrale termica che sulla giacchetta ti stà!”
Li ricordi i fatti Accio? Eh, c’eri anche tu? Mi chiede prendendomi a braccetto, la veneziana. E io rispondo con un misto di egotismo fratto reducismo: "Feci il turista, Lotta Continua aveva chiuso, agli indiani metropolitani ed ai conterranei di Stendhal, tipo Deleuze che eran sapienti ma non sapevano descrivere e capire i costumi italiani loro della Sorbona orfani dei Soviet nella città del riformismo ai tortellini secondo il nostro basettone in Certosa posa orfano napoleonico sotto la Restaurazione, preferii strizzare, forse ero un po’ tocco, l’occhio a Guido Reni al suo Barocco". “Magari eri transmoderno senza saperlo ed oggi facciamo il bis”, dice Sara Esserino che la tuta porta come elegante tubino!