Volto immacolato con mano inchiostro l'otto dicembre 2017
Foto Accio a Sara Cardellino
Sara Cardellino
BOLLICINE SULL’OTTO DICEMBRE 2017
ad Accio
"Sara seno desiato intimo ricamato" - Vecchiano cascinale - Foto Accio
(Tu assopito con mano sulla schiena mia e capelli la traduco dita senza penna presso il calamaio. Scrivo bollicine - quaderno guanciale - dopo che stanotte siamo stati in amore. Saranno oscure saranno immacolate? Appena respirate sulle labbra, baciandoti ti sveglio a te ancora m’appiglio su di te seggo. Sara Cardellina sfrontata amante bollicina)
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Donare come movimento da una mano all'altra, da una sommità all’altra.
Per questo prendo dalle tue mani - con tutta me stessa le stringo nelle mie - ogni dono. Sia sasso che taglia senza nobiltà sia diamante te infante.
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Avevano maggior sostanza i sogni del maggio lontano? O siamo la stessa pasta madre che li lievita 5 anni e 5 mesi dopo?
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Allora dell’eco che rimane?
Parla l’ora felice, quella che m’è data in sorte – io credo – per virtù per scelta. Riverbero ancora, sincero e senza materia bruta. Leggera increspatura che solletica fantasia.
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La noce persiste a battere dentro ossa del cranio. Sono venuta a confessarmi dal giudice, perché Dio non ha nulla di nuovo da dirmi. Il fatto è che non riesco neppure a spezzarmi: la torsione è sempre maggiore e qualcuno ogni tanto passando mi raccoglie. Tu
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L'acqua fiorisce il volto, il mio-cardio distoglie colpi dati con troppa foga. Ridisegno delicatezza soltanto se a parlarmi è l'altra voce, non quella che mi trova sempre verso sera.
Sara viso allo specchio con schiena spicchio 8 XII 2017 - Foto Accio
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Ho mano gentilmente casta, se l'afferri te lo dimostro. Ma poi chiave scivola dalla toppa nella porta di camera tua sul letto. Divento sgualdrina.
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Amai il Nettuno in saliera di Cellini - fu amante nel mio letto di vergine - m’inquietò il suo sorriso eppure sul tridente mi lasciai dondolare finché l’ultima stella scomparve in cielo; e … il sale si mosse per follia d’amore nella mia direzione! Tu mi porti istesso sale e aggiungi zucchero sul seno immacolato da varcare. Forse risali per me da un oceano di salata solitudine e in dono addolcisci la preda.
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Vibrazione che m’attraversa gli occhi
essere l'uguale e l'opposto
in te. Guardami nell’ascolto.
Insozzami se tutto di dosso ho tolto.
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Come raccogliere da mille svenimenti una vita
colpita al tappeto
riavuta timbrata ricevuta
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Sono nodo che lega filari abbandonati e stanchi
mi spaventa l'iride
mia scura.
Vendemmia sopraffatta bestemmia
se ribollo nel tino spillato dall’amante.
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Come urna e seme e nel petto balza galoppo
di fatica nel mistero
che mi stringe
Se a te criniera mi do.
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Senza spingere in gola i risultati dei nostri nidi
solidi dipinti tutti nelle vene
salde nei polsi. Cinguettii in te nato colsi.
C’era c’è neve.