Ieri nel frutteto dei peschi , al Campo della Barra, invece dei rami mi son potato la mano.
Dolore a bestia… sangue a schizzi… paura per tendini e vene… ma ò ‘apito subito che nun ero in périolo di morì… Sara invece mezza svenuta è stata presa dal panico… ero più preoccupato per lei che per mé… andiamo in macchina al Pronto Soccorso di Pisa-Cisanello a razzo… l'ò detto!
Avrei fatto prima ad andacci in bicicletta… la musicista conosce le scale musicali ma non le marce… tanto più della Mini Cooper… guida da imbranata… ma alla meno peggio siamo àrivati… lei bianca ‘ome uno straccio…
Va a ‘olori la periolosità… e doppo breve fasciatura… ò dovuto aspettà… lei fòri sulla seggiolina in apprensione… poi disinfettata punti parecchi cerotti antidolorifici dismissione…
Al ritorno l'ò raccontato il dialogo con il dottore che in mancanza di personale per tagli alla sanità pubbrìa pedalava da una parte all’altra… eroico con altri dottori dottoresse infermiere… a sanare l’umanità ammalata ferita in pericolo e spesso rompioglioni…
-Per fortuna Di Scalzo lei non è mancino quindi può usare la mano fondamentale nei prossimi giorni
-Veramente la mano fondamentale, per me, è quella ferita…
-Non capisco… se usa la destra.
-Con la sinistra saluto a pugno chiuso, in alto, e lì sta la linea della mia vita, dottore, sono comunista.
Il medico, giovane, anche sorpreso, ha sorriso… poi ha detto: La sua è una battuta magnifica… le auguro una pronta guarigione… è comunista anche la sua bella signora che qui l’ha portata come se avesse in pericolo tutto il braccio?
-No, lei è socialdemocratica. Però ama un comunista che perde sempre e che neppure è più capace di potare i peschi come faceva un tempo senza tagliarsi la mano!
-Si consoli… tanti giovani potatori vengon qui con danni ancor più gravi… una distrazione può accadere… ma non essendosi distratto dalla sua fede è un risultato di buona salute Di Scalzo… mio padre la pensa come lei. La saluto.
Uscito ho raccontato tutto a Sara Cardellino. Mi ha abbracciato e baciato.
-Dove vai, Accio, lasci un racconto. È proprio come hai detto al dottore: Ti amo perché nel comunismo hai perso sempre ma nel potare l’albero del nostro innesto ci sei riuscito e invece di seccare la pianta ha vigore. Ora fidati di me alla guida per tornare al cascinale e non lamentarti se uso troppo la terza marcia.