Sara Cardellino nel dopo concerto a Firenze - 2012
clikka
Il segreto rivelato a Fiesole
Sara Earnshaw e Accio Heathcliff
LA FOTOGRAFIA NEL DOPO CONCERTO E I GERANI DEL POVERO MUSICANTE TEMPESTOSO.
Autunno 2012
Se mi chiedi quando, e se, dopo la nostra separazione, abbia avuto tentazione e disperazione più alta nel provarla nel non seguirne l’empito, posso risponderti con una fotografia. Guardala. La porto con me nell’iPhone dal novembre del 2012. I capelli rasati corti della "penitente" nell'inverno 2011, che m'imposi dopo la nostra separazione il 20 novembre, sono leggermente ricresciuti ma al concerto porto un toupet. Sto nel camerino dopo il concerto a Firenze col Quartetto. Avevamo eseguito Vivaldi e altri veneziani. La posa tanto scura camuffa il mio pallore esangue e ogni palpitazione. Io stessa tolsi colori dall’immagine. Cominci a ricordare? Tra i tanti fiori che mi raggiunsero in camerino c’erano i tuoi. Semplici gerani. Lui, diventato mio marito da pochi mesi, fiero della mia interpretazione, guardandomi tra i mazzi, prese quello che avevo tra le mani: semplici gerani. Lesse il biglietto in stampatello frettoloso: “Dal tempestoso povero musicante”. Aggiunse ironico: "scrittarello d’accompagnamento tardo romantico di un devoto dilettante, Sara; ma non aveva bisogno di definirsi povero mandandoti gerani”. Poi guardandomi fissamente mi chiese: “Ma cosa hai?” Risposi velocemente che ero molto provata, felice, per i tanti fiori ricevuti: rose orchidee, per il successo del Quartetto. Aggiunse che il pallore mi donava. “Allora scattami una fotografia” sussurrai trepidante. Lo fece. Non immaginava certo, o l'aveva capito e crudelmente infieriva con la finzione?, che i gerani me l’avevi spediti tu che eri in sala. Che con questi fiori poveri mi dicevi che eri fuori del teatro ad aspettarmi. Sono ancora quello del Giardino dei Boboli di tre anni fa. Che ti eri firmato con due libri da noi due molto letti e custoditi. Il Povero Musicante di Grillparzer e Cime tempestose della Brontë. Ti dichiaravi a me, ancora, come uomo che non sa la grammatica dell’amore ma che cerca di suonarne la bellezza ottenendo rumore non suono; che eri Heathcliff in cerca della sua Catherine appartenenti assieme al tempestoso legame alla roccia che non si scalfisce. Pure i gerani erano un messaggio. Sapevo che li preferivi a tanti altri più nobili perché resistenti perché dai balconi cadono in basso e guardano il cielo a rovescio. Tu stesso in sala mi ascoltavi e guardavi a rovescio nel mondo che avevo scelto dritto. Come nei tarocchi dall’amore sono stato impiccato a rovescio. La tua contorta simbologia melodrammatica aveva la missione di rivelarmi il vero libretto d’opera che avrei dovuto vivere rimediando alla mia fuga nel novembre dell’anno precedente. (clikka: Separazione a Villa Malcontenta 20 novembre 2011) Come non accasciarmi nel pallore funebre? Eppure non ti raggiunsi. Il melodramma che mi proponevi quanto era reale? Quanto eri pentito dei tuoi eccessi? Guardai il volto mite comprensivo in tutta protezione verso me di quello che chiami Linton, e mi aggrappai alle sue mani: “Portami a casa: ma usiamo l’uscita per i musicisti per i cantanti perché non ho voglia di altro chiasso e scambi”. Tu eri là fuori. La tua Sara Earnshaw non ti avrebbe raggiunto anche se per tutto il concerto ogni brano sentimentale nell’allegro nel largo cantabile nell’andante era per te perché ti pensavo.
Ora sai cosa significa questa fotografia. E come il tempestoso che ci ha riunito avesse salde fondamenta. Roccia inscalfibile per ricordare Catherine Earnshaw. Con la variante, rispetto al romanzo, che dolore crudeltà separazione ci ha reso fantasmi l’uno all’altro soltanto per 5 anni e 5 mesi. Non per sempre in maniera irrimediabile. clikka: Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te.