Accio: "La Donna d'Aquileia Sara Esserino" I
"Ieri ad Aquileia la giornata ad intenderla si fe' perla"
Marzo 2011
Accio
LA DONNA D'AQUILEIA SARA ESSERINO
PREFAZIONE
Il ritratto si è “formato”, nel suo processo costitutivo di simbolicità, ad Aquileia. Città che in certi spazi non necessita della parola, tanto è tragica e metafisica, e fra lo scattare l’immagine e l’enunciare mi consente di rivelare, nel mitico-originario contrasto luci/ombra, la mia interpretazione nel tempo imperfetto di ieri, nel tempo futuro in fieri del pulsante amoroso puro, della Donna d'Aquileia. Nel bianco canto nel nero discanto. Nel colore ribelle stratificazione nello sfumato congiunzione ohé sposato. Io e te. Accio e Sara.
PRIMO CAPITOLO NEL BIANCO E NERO
Volto composto, generato come affermazione dell’ombra che segue, delimita oscilla sulla luce. Non compie lo stesso procedimento la scrittura urtando, il tempo novecentesco, il bordo della pagina bianca? Il suggerimento primario, ritardatario rispetto alla storia della fotografia, mi viene dai fotografi tedeschi degli anni venti, berlinesi, che ammansiscono corpi femminili nell’oscuro segreto delle ombre nel composto clamore lucore fusione.
Occhio guarda, s’inventa pulsione svista, nella luce morbida appresso al duro delle morbide sopracciglia. Occhio, in due, alla prova della realtà che sovverte annunciata bellezza in luce la missione del desiderio fibrillando scossa morbidezza.
La Donna D’Aquileia vive passione - o l'amministra? - in un luogo della città martirizzato dalla storia. Tanto da rispecchiarsi nella radice che la riguarda? Sembra adatta questa legge del volto in città, emerge in musicale possanza, stando accanto a mosaici interpretanti il minimale del pulviscolo del bene del male nel disegno più ampio che nella foto non appare. Ma la donna sta posata sotto la volta della cattedrale ampio cielo oggi. Affermazione simbolica così mi scorgi?
...CONTINUA