"RITRATTO DI SIGNORA VEGGIO EMERSO DALL'ASPER CARTEGGIO".
Venezia 14 febbraio 2010 - Foto riportata su tela 40 x 50 cm il 14 febbraio 2020,
dieci anni dopo, e ritoccata a tempera.
Omaggio ad Esserino poi Cardellino.
Ovvero "Donna che visse due volte nel cuore dello stesso uomo"
ovvero separazione 2011 ritorno 2017
ovvero dove il tempo brucia la parola scritta custodendola
immagine riflessa per solo occhio per solo nome:
Sara. Unico fotografo Accio.
Sara dice... l'8 Marzo 2020
QUANTO POTREBBE DIRE DALLA FOTOGRAFIA LA DONNA DI NOME SARA AD ACCIO l'8 MARZO 2020
Cara Franca Palmieri (il testo nasce da uno scambio amicale sotto la prima fotografia in alto con la poetessa e scrittrice di fiabe romana nella bacheca Facebook "Claudio Accio Di Scalzo NdC)... quando negli anni ottanta già esisteva la possibilità di riportare fotografie su tela il procedimento compiendolo in camera oscura era complicatissimo e spesso falliva e in laboratorio costava una cifra. Oggi con 25 euro te la cavi per un 40 x 50. E questo per il piano tecnico.
Ma “custodire un’immagine riflessa” (come scrive FP), d’amore, in questo caso dal tempo in foto 2010 alla foto in tela febbraio 2020, per San Valentino, anche per rievocare lo “strano caso” del nostro legame in un primo tempo, 2009/2011, poi separazione 5 anni e 5 mesi, poi ancora assieme aprile 2017, mi ha consegnato enigmi. Che avevo intuito e credevo di aver messo a lato con la didascalia ironica : "Ritratto di Signora véggio emerso dall'Aspern Carteggio".
Ironia sul romanzo breve di Henry James, “The Aspern Papers, il carteggio Aspern, che è di una crudeltà inaudita, e, ambientato a Venezia, tratta del rapporto d’amore ambiguo e tormentoso e di custodia verso un poeta morto da tempo che incatena la sua amata anziana ancora in vita con la nipote residenti in antica decadente casa veneziana.
Questo romanzo di Henry James è uno dei testi che ritengo per me fondamentali. Tornarci con risvolto ironico “dove il tempo brucia la parola scritta custodendola immagine riflessa per solo occhio per solo nome: Sara. Unico fotografo Accio”, perché nella fotografia con occhio solo (la sua dannata iconoclastia!) e capelli simbolisti, Sara è una perfetta decadente alla Fernand Khnopff , non è stata una buona idea. Ma ormai è successo.
Allora siccome il rapporto “artistico” con lei e il suo corpo e volto e parola è in progress, intanto rovescio la fotografia.
Poi ravviso la crudeltà, che rivela? Ma che cosa?, di questa immagine con occhio solo e bocca tagliata e nero che invade i lineamenti.
Intanto che fra me e lei c’è sempre qualcosa che l’estetica sia foto dipinto parola scritta non cattura perché sfugge. Rapporto dialettico anche crudo reale a volte, siamo o no risvolti di Heathcliff io di Catherine Earnshaw lei!?, e allora l’unica possibilità che abbiamo per non andare incontro ad altre catastrofi e dirci, e lo facciamo, in parola diretta, guardandoci negli occhi, da vicino, anche abbracciati, tutto ma proprio tutto ogni rovello elabora.
Allora le labbra nella foto, sue, ieri come oggi, possono dirmi: Accio tu mi ami anche perché sono di origini alto borghesi, perché a tavola so sbucciare una mela con il coltellino, scegliere il miglior vino, essere elegante come dici “anche con un cencio addosso”, è l’attrazione del proletario zingaro per la contessina delicata ma a volte vorresti annichilire le mie buone maniere come una guardia rossa che entra nelle stanze aristocratiche, lo so, non negarlo. E sei attratto dalla lingua che parlo meglio di te, la musica, io so eseguirla e tu no, anche s e l’hai studiata come un folle per essermi a pari. Se tu avessi iniziato da ragazzo, con studi adatti, lo dicono glia mici del quartetto, con la fantasia che ti ritrovi, saresti diventato compositore, superandomi, io non compongo che variazioni, ma per ora devi accettare questa mia superiorità, e aggiungo, che se un racconto una poesia una volta letto non si possono se vanno distrutti riscrivere, una sonata, una partitura sì. Pensa a Toscanini che dirigeva a memoria a Michelangeli e Richter che suonavano il piano a memoria. Io a memoria so eseguire Bach senza partitura.
Di te ammiro come riesci a traversare ogni genere con l’unico fine di raccontare il nostro legame. Poi te ne disinteressi. Ma a volte questo peso di custodia mi schiaccia. Ho un’opera immensa nelle mie stanze nel pc tra files di scrittura disegni dipinti fotografie e mi sono impegnata a non darne visione se tu muori come accade ad Aspern. Ma davvero il poeta Jeffrey Aspern, nel racconto di James, era stato così categorico? Cosa compie la nipote della donna che lui amò bruciando tutte le carte?
Allora perché non distruggi tutto tu, con me accanto, poi io come per la musica terrò tutto in testa. Pensaci, con questa ricchezza da possidente nei segni, sono ancor più aristocratica e borghese, Accio; avresti l’occasione per rendermi proletaria, in tutto e per tutto, come migliaia di altre donne amate, che non hanno alcuna estetica accanto.
Pensaci se sia il caso di togliermi il peso della custodia.