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Febbraio 2020
Accio:
IO LA FOTOGRAFIA IL CARDELLINO. SUPERSTIZIONE E IMMAGINAZIONE.
8 Marzo 2020.
Che abbia avuto nella mia lunga vita rapporto con la fotografia lo rivela solo L’Olandese Volante (le mostre che feci come alla Galleia Nadar di Pisa e altrove fine anni Settanta e Ottanta le ho cassate e i cataloghi riviste non li cito e sono introvabili). Transmoderno/Fotale Fatale e CDS/Nardi Fotografi e fotografie per KK e SC. Se esiste un Fabio Nardi fotografo doppio e personaggio amplifica il rapporto mio con la fotografia e sua destinazione. Che accolse il tragico. Fin dalla giovinezza e con “mettiamo tutto a fuoco” anche militanza antifascista e anticapitalistica in Lotta Continua.
Sara Cardellino mi porta a riflettere sulla fotografa oggi per me. Se non ci fosse ciò non accadrebbe. Sara Cardellino è superstiziosa come tante musiciste. Il suo ragionamento è semplice e cristallino.
Se l’archivio svizzero di Fabio Nardi la madre Gerda Zweifel di Karoline Knabebrchen (1959-1984) dopo il suicidio della figlia, imputato al fidanzato, l’ha distrutto; se oggi soltanto una foto mia, cioè di Nardi con KK ad un battesimo assieme esiste; se tutte le volte che sono apparso anche on line anche sull’OV accanto ad una figura femminile ciò mi ha portato dolore e alti guai; serve che noi due in coppia mai si appaia in fotografia rivelata. Tassativo. Se accadesse ci consegneremmo a qualche maledizione o destino avverso.
Se iconoclasta, a volte con metamorfosi e oscuramenti e frammentismo accetta che usi suoi autoscatti o miei clik, ciò non è per sempre, e in ogni caso nel gioco deve divertirsi. Anche con una didascalia ironica, magari.
Allora cos’è la fotografia del volto di Sara Cardellino. Dove scherza anche sopra suoi lineamenti e spesso ne sente il peso perché di fattura che rimandano alla bellezza canonica. “Più invecchio più giungono rughe più sono contenta come se mi togliessi un fardello”. E non è un battuta snob. Ne è convinta davvero.
Vediamo come la penso come se scattassi foto che rimangono inesistenti.
-Ogni rinuncia all’immagine di sé in foto sposta l’attenzione sui sensi e sui nervi.
-Io e Cardellino, in coppia, evitiamo di essere catturati da simulacri e formule visive perché uno accanto all’altro vogliamo essere intuiti. E basta. Ciò rafforza l’unione.
-La responsabilità di quanto siamo assieme viene trasferita alla parola, al personaggio, al disegno, al fumetto. Così come la Responsabilità di quanto siamo nel reale.
-La realtà non avviene per noi in alcun scatto fotografico di coppia bensì nei primi piani nei grandangoli di un reale teatro di posa che il reale sposa. Rima adatta. Che passa senza lasciar manco scritta lassa. E ciò è il meglio. Quanto realizzo realizziamo scritto disegnato non uguaglia mai quanto taciuto non detto come forza e bellezza. La fotografia di noi due assieme inficerebbe anche la coppia in pittura in scrittura in dialogo pubblicato.
L’assenza di noi due in coppia rende perenne la testimonianza sentimentale di quanto non rivelato fotografato. Nostalgia felicità dolore per figure generate d’amanti nel gioco rassicurante di non entrare in fotografia sempre ingannevole per stare assenti e sempre presenti.
L’unione d’amore per donna e uomo legati come noi da esperienza valori passione non necessita della vicinanza emozionale fotografica – che può portare sfortuna male caligine dolore – bensì dell’energia esterna alla fotografia alle storie accumulate nel corso del tempo che la foto di coppia violerebbe in ogni caso.
-La verità dei corpi a contatto viene raggiunta dal tatto parola disegno mai dalla fotografia. Questa intimità fotografica la rifiutiamo stando assieme. Così ha deciso Sara Cardellino ed io uomo Accio fotografo Nardi la condivido.
-L’essenza assieme in fotografia ci permette ogni compenetrazione dialogo accostamento, come due ballerini del resto, in tutti gli altri frammenti estetici e ancor più nella realtà che viviamo. Dove ad essi diamo l’ordine consueto o inconsueto che scegliamo debba manifestarsi.
Poi Sara Cardellino mi dice: “Come Karoline Knabberchen per Fabio Nardi, per te voglio vivere intreccio dinamico oltre la cattura inutile della fotografia in coppia: lei diede al fotografo filosofia e poesia io ti porto la musica e l’etica.
-Come la musica non ha protagonisti fissi, dunque propone presenza e assenza, così io e te che non compariamo assieme in fotografia, eppure lo siamo in ogni attimo, come Bach sta nel mio flauto che lo suoni o lo posi sullo scrittoio perché la musica ce l’ho addosso. E tutta te la dono mio fotografo Accio. So che sarai d’accordo.