Accio: "Scarpe veneziane inglesi e irlandesi" - Domenica 5 luglio 2020 Trieste
PUYO E CARDELLINO SULL’OLANDESE VOLANTE
Accio e Sara
SCARPE DEL CARDELLINO E DI JOYCE A TRIESTE - CON CICCHE DELL’ES MONOLOGANTE.
(Mattina presto sabato 4 luglio 2020 Venezia)
-Accio perché non torniamo a Trieste domattina? L’ultima volta fu a gennaio.
-Però si arriva si gira si torna a Venezia. E guido come pare a me!
-Va bene. Accetto. Se verrai multato paghi tu stavolta!
-Giusto. Dovresti però calzarti in maniera adatta che andiamo a vedere dove "mette i piedi" James Joyce.
-In che senso? Un’altra delle tue trovate?
-Necessito per una foto tu calzi scarpe inglesi quelle di vernice. Per creare rapporto con l’Irlandese.
-Intanto sono invernali. E poi che faccia la modella per fotografia a Trieste pensata a Venezia con scarpe che mi fanno sudare puoi togliertelo dalla testa!
-Dopo che ho già tinteggiato da imbianchino provetto pianoterra e ingresso, e mi aspettano gli altri piani e stanze, hai promesso che potevo chiederti qualsiasi cosa!
-Mi sembra, Accio!, che abbia abbondantemente mantenuto la promessa...
-Ah... capirai la fatica ti garba più a te che a me adempiere!!...
-Mona, sciagurato! ...subisco l’imposizione io mantengo la parola... le indosserò per la fotografia. Le terrò nello zainetto. Anche perché sarà scherzoso esaudire desiderio del tipo Scalzo dalla nascita!
-Battuta facile, Sara. Ne sai altre?
-Sì, siccome al posto della testa hai i piedi ti sei ferito raramente nonostante la scalzitudine nei monologhi interiori.
- Questa è indovinata... sei terribile!
-Con l’amante pisano cattivo donna veneziana punge nel vivo. Rima.
-Colpo da Indiretto Libero. Questo. Ma ora finiamola e raggiungiamo la Mini Cooper. Sistemiamoci. Mi metto sportivo o il completo fresco lana sabbia? Eh Sara...
Come ti suggerisce l’ES Mona!... Ahì... mi tiri in testa il Texone nuovo!... meriteresti neologismo Joyciano meglio taccia sennò nasce la “Veglia di Cardellan”!
Accio: "Scarpe veneziane inglesi e irlandesi" - Domenica 5 luglio 2020 Trieste - B/N
Accio e Cardellino:
FAR LE SCARPE ALLA FOTOGRAFIA. Riflessioni sulla medesima foto virata in B/N
Trieste Domenica 5 luglio 2020.
La foto “scarpe del Cardellino e di Joyce a Trieste”, se virata in Bianco e Nero rivela ancor più la sua natura “pittoricista” di quadro preparato alla Puyo. Qui però non ci sono donzelle simboliste e cavalieri dell’ideale decadente e manierista, bensì particolari: e più dei piedi calzati, in pelle in bronzo, valgono le cicche. Rivelatrici del tempo 2020.
Dove va a parare questo “intimismo fotografico” che discende dalla coppia, molto fumetto molto teatrale da Operetta, di Accio e Cardellino ( dialogo veneziano prima della partenza per la città) e dalla citazione verso il Joyce Triestino?
Suggerisce che CIÒ CHE APPARE È PUR SEMPRE L’ESPRESSIONE DI CIÒ CHE È... una statua messa lì a santificare i legami culturali del passato, e, che invece è, deposito di cicche, scritte irridenti, sberleffi per foto da pubblicare sui social.
La foto delle scarpe non può cambiare in un’acca quanto è.
Se esposta in galleria potrebbe diventare una merce raffinata. Avere un prezzo merce. Ma anche così la statua di Joyce resterebbe specchio, se fotografata dal cretino di turno dal turista in cerca di emozioni estetiche, leggermente più colto, e da me che ho un certo mestiere di nomadismo estetico... semplicemente specchio riflesso del tempo, d’oggi, proiettato sulla cosa cultura espressa dallo scrittore fumato dalla contemporaneità come cicca spenta come sapone da barba gettato via dopo la rasatura. (incipit dell’Ulisse)
La fotografia intimista, alla quale questa fotografia appartiene, può anche essere larvatamente politica, se le cicche diventano centrali e non il grande scrittore o il gioco scarpe all’inglese scarpe irlandesi statuate. Rivelanti il Kaos contemporaneo in una città che i superficiali, tanti in poesia e cultura, s’ostinano a rimandare soltanto ai Saba Svevo Joyce e culture mitteleuropee varie.
La fotografia oggi deve occuparsi non del Molo Audace per foto consolatorie e promenade della massa col passeggino canino gattino figliolino bensì del porto. Fotografare la nuova divisione del lavoro e i suoi sfruttamenti. Il risorgente mai scomparso fascismo. L’attività delle nuove classi predatorie nella finanza. Di questa fotografia necessita Trieste.
E devono farlo i giovani giovanissimi. Quelli come me hanno questo “intimismo” e se lo fanno bastare anche se assieme a Joyce leggevano il Lenin di "Stato e Rivoluzione" dove anche una cuoca, stando al rivoluzionario avrebbe potuto dirigere lo Stato; e stando a Joyce ed ai surrealisti che l’adottarono i monologhi interiori avrebbero liberato l’Es e le psicologie dominate dalla borghesia e dai fascismi.
Anche a loro son state riservate cicche.