Accio: "Alla Signora Baker-Esserina"
15 giugno 2010
TO MRS A. BAKER
I was a barren tree before,
I blew a quenchèd coal,
I could not, on their midnight shore,
The lonely blind console.
A moment, lend your hand, I bring
My scheaf for you to bind,
And you can teach my words to sing
In the darkness of the blind.
ALLA SIGNORA BAKER Esserina
Sclorofillato albero fui un tempo, soffiavo
sopra carboni spenti, non riuscivo
nelle loro spiagge di mezzanotte
raddolcire la cieca solitudine, la notte.
Porgimi la mano, mentre ascolti,
ti offro miei fogli sparsi
perché li trasformi in mazzolino-foglia
insegnerai, lo so che insegnerai, alle mie parole
a cantare nel buio, buio di chi un tempo
fu senza vista, nella notte.
Trad. di Claudio Di Scalzo
TRADUZIONE TRANSMODERNA
Sono a Bologna. E traduco, alla mia maniera, stolta? selvaggia in isola con voci?, non so. Una poesia di Stevenson. Che farebbe inorridire i bravi traduttori e i filologi delle poesie di Stevenson recuperate a un'età troppo adulta, anni fa, in traduzione italiana. E aspetto la signora Baker. Ho con me gessetti e carta e fogli sparsi e ad un tavolino di Piazza Maggiore illustro la mia giornata. Bologna Transmoderna. Prima carta. Bene in vista. Perché spero che la prassi immagine-testo chiarisca, illustri?, come funziona la velatura sull’Olandese Volante. C’è una rotta ma i venti cambiano ogni giorno. E le correnti non si prevedono. Qui sta il bello dell’avventura. Sono a Bologna e non piove, forse perché Cesena è lontana. E aspetto, Sara Esserino (verrà?), la portatrice di clorofilla anche all’albero maestro del veliero. E la prua editoriale dice che carta e colore e narrazioni di storie son adatte all’estate che viene e che c’è un diavolo se non nella bottiglia, certamente, nella lattina di Sprite che ho davanti a me. Ma anche lui aspetta la signora Baker-Esserina. Per la riunione redazionale (verrà? Chi lo sa!).