Sara nel maggio petali rossi del 2009 - Foto Accio
clikka
Sara Cardellino Il SEGRETO RIVELATO A FIESOLE
ACCIO HEATHCLIFF E SARA EARNSHAW
PER FOTOGRAFIA GIORNATA LOCALE DI POESIA.
20 MARZO 2021
Scelgo questa fotografia di Sara del 2009 per il primo giorno di primavera 2021 nominata Giornata Locale di Fotografia. E se c’è in giro una Giornata altamente praticata di Poesia mondiale vorrà dire che tenterò un poco di Poesia accostandola a questa fotografia. Poesia Locale, ovvio, da cascinale. Nessuna pretesa di valere al di là dei confini della coppia.
Le parole in poesia però non saranno le mie. Bensì di Sara del 2009. Io fo e feci il fotografo. Perché il Cardellino sa scrivere come sa suonare il flauto e altri strumenti in orchestra in quartetto da camera. Però smise di scrivere versi dopo il 20 novembre 2011 quando ci separammo a Villa Malcontenta sul Brenta. “O con te o con nessuno”, si disse. Senza rivelarmelo. Come soltanto a Fiesole nel settembre 2019 mi ha rivelato di non aver consumato il matrimonio con Linton. Fedele ad Accio Heathcliff che l’amò per prima. “O con te o con nessuno”.
Queste scelte che incorniciano la fotografia di Sara Earnshaw valgono più di ogni fotografia ritratto di ogni fotografia mia. Ma non sono soltanto romanticismo tempestoso o feuilleton ottocentesco aggiornato al Duemila: sono altro. Sono la sfida nella coppia degli amanti. Come? Lascio la parola poetica a Sara.
“Non scrivere più; non consumare il matrimonio, rinunciare all’eros, che solo con te avevo provato dandoti quasi trentenne la verginità, era l’unica maniera per superarti. Tu avresti continuato a scrivere, magari in altre situazioni nominate sentimentali e artistiche: io no! Tu, dopo qualche mese al massimo un anno, saresti finito in altro letto: io no!”
Ha avuto ragione. Non sono stato a pari a lei. Cosa può fare Accio se non chinare il capo. In casa aveva avuto sua nonna vedova nel 1944 di Vittorio Pardini. Ancora giovane si era vestita di nero per sempre e non avrebbe più tagliato i capelli. Assieme all’amica Polidina che attendeva il ritorno del marito disperso in Russia avrebbero amato ancora i loro uomini. Due donne del popolo erano a pari di Novalis di Hoelderlin di Kafka. A me non era riuscito. Sara Messinella Polidina, tre donne, sapevano amare meglio di me! Che lezione!
“La distanza. Il rado vedersi. Persino l’assenza trasformo in forza del mio essere. Avvolgo tutto in tenera coesione invece che nella sofferenza. La espungo con tutta me stessa seppure la provi. Evitando nostalgica inquietudine: è la mia saggezza nell’amare. Nell’amarti. Ieri e oggi. Altre donne commettono l’errore di pensare che il loro potere sull’uomo discenda da ciò che esse sono, in lineamenti e se praticano arti nel loro stile in quanto scrivono suonano; e non dall’amore che generano nell’accidente del dolore o nella lontananza apparentemente invalicabile. Queste donne si stupiscono, dunque, che terminato l’amore abbiano perso ogni influsso sull’amato. A me questo non accade. Per la “saggezza” che ho affinato. La nostra vicenda, Accio, lo conferma. Tu sei sempre stato mio”.
“La fotografia della mia giovinezza, era il 2009, quando mi definisti Sara Earnshaw, si rivela presenza composta di flusso ravviante capelli spargente petali primaverili. Era fine maggio. C’è azione stupore d’apparire. Stupore che coinvolge la stagione intesa via dal buio fidente nel pallore esposto. I frammenti di materia del corpo riverberano ch’è stata pronunciata la Promessa mia verso te. Il rosso lo testimonia. Il colore in questo caso, tu che lo usi poco, è fondamentale per rendere realistico, vero, l’atto. Mi coinvolge questo ritratto, non solo per nostra vicenda di insieme-separazione-ancora insieme, la Promessa è stata rispettata, bensì perché l’immagine ha una struttura platonica, un’immagine metafisica, in cerca della sua incarnazione terrena, reale. E questa può avvenire se dopo essermi ravviata i capelli, aver pronunciato parole petali rossi inudibili da sola, tu torni ad abbracciarmi. Allora ancora ci sarà corpo eros parola poesia”.
NOTA
Sara non solo smise di scrivere poesia. Ma lo fece rinunciando a pubblicare da un grande editore. “Atto per amore estremo verso te. Inoltre avevo intuito che intendevano presentare il libro con accosto la “avvenente” interprete al flauto traverso. ‘I media nel lancio di poesia hanno bisogno di figure iconiche seducenti avrà sicuramente presente Patrizia Valduga!’, dissero eloquenti. Facciano esibire come scimmia ammaestrata loro sorella! Che ne dici Accio è un gocciolino rivoluzionaria anche il Cardellino?”