4 anni fa, Sara Cardellino, nell’Aprile della Domenica delle Palme, il 9, e nella Pasqua seguente venne a Vecchiano per rispettare il “Patto” che ci legava ancora dopo 5 anni e 5 mesi separati se uno dei due chiedeva aiuto nel pericolo mortale. Il naufragio dell’Olandese Volante portato sugli scogli il 9 gennaio 2017 la malattia che sembrava senza rimedio di mia madre in ospedale mi avevano travolto: con le mie forze non ce l’avrei fatta. Lei giunse ancora: la mia esistenza la sua cambiò tutta. Stamane ho preso a scrivere nella Pasqua, di ora in ora di minuto in minuto, porgendo ancora, di getto, omaggio alla Donna Musicale come fa il pittore nel dipingere astrazioni tela dopo tela. Fino a esaurimento colori stanchezza braccia voglia di uscire nel sole pasquale e chiamare al telefono chi sa intendere cosa hai fatto anche stamattina per lei come vivesti come hai vissuto nel passato per essere il suo “Eroe da libro senza libro”. Questa è felicità pure se attorno c’è il Male del virus scatenato dal capitalismo nel mondo. Questa è convinzione, semplice, sono uomo semplice, che mai una persona che sia artista o no, quando cerca aiuto debba leggere una mail stringata di risposta come quella che lessi nel febbraio 2017: “Mi dispiace tantissimo per tua madre. Ma non posso occuparmene!”. Sara Cardellino scelse di occuparsene. Questo per me è Cristianesimo Comunismo Poesia: sviluppatosi accanto alla scelta di raggiungermi ancora: per me significò che il Risorto ebbe occhio di comprensione, tramite lei, per il Povero Ladrone di Vecchiano in oscura arte in rivelata parte.
Accio e Cardellino - 9 aprile 2017 - Domenica delle Palme -
Ore 8,00
L’alfabeto della clessidra in eterno capovolgimento comincia dall’A dalla Z. Sembra sia lo sguardo temporale, breve e lungo assieme, di Dio sugli uomini obliati. Teologi sconclusionati immaginano che un capo lo regga il bene Dio l’altro il male demonio. Ma non hanno un granello di sabbia, uno!, sul quale reggere la loro ipotesi.
Ore 8,10
“L’ovo rotola a ogni mi’ passo m’inciampa i piedi ‘ome mi movo”. Mi disse ir mi’ babbo nel racconto segreto del sogno segretato da me per decenni. Non me lo sono rivelato insomma. Stamani e oramai son vecchio ‘ome ir mi babbo ando morì sotto un olivo al campo alla Barra di Vecchiano, ho preso un ovo lessato sodo: l’ho sgusciato e il tuorlo ero io che dormivo. A quel punto Lalo m’à inghiottito e ci siamo ritrovati risorti entrambi in un luogo che forse è il Paradiso.
-Ce n’ài messo ad arivà, m’à detto sorridendo Lalo.
-Prima non potevo babbo non son mia Freudde ch’interpreto sogni.
-Nun so chi sia esto Freudde so però che te non sai manco lessà un ovo... né ‘apì i sogni.
-Che ci faceva l’ovo a inciampolatti ir ‘ammino.
-‘Ome ‘osa ci faceva? Se tu lo mangiavi mòrivi prima e io partivo prima da qui da esto limbo: con te giovane e io vecchio ora lo siamo entrambi e chi sorregge chi? Ir ‘ammino gliè lungo prima che seondo me ci diano i nostri ‘orpi belli scattanti eterni. Ài letto tanti libri spero tu ‘onosca elli cristiani perché funziona proprio ‘ome è stato scritto. Ora annamo e raccontami ‘osa aì ombinato in tutto esto tempo. Ir mi’ ‘Amion l’ài guidato ancora?
Ore 8,20
“Il rossore sulle tue gote è l’inizio del sapere come sei in amore con me”. Quando te lo dissi mi rispondesti: “Attento che non significhi tramonto del mio candore perché altrimenti non so quanto ti sopporterei ancora, i miei occhi direbbero notte su noi”. Preso alla sprovvista chinai il capo ma poi ebbi lo scatto adatto: “Nella notte lo stesso t’amerei al buio e tu non noteresti come ora il rossore sulle mie gote di uomo amante a pari tuo nell’ingenuità”. Mi abbracciasti stretto: “Senza saperlo compiamo qualche teologia del bene assoluto. Fatti baciare nel rossore comune nel giorno Pasquale!” Mi feci abbracciare tutto come la sorpresa nell’ovo di Pasqua tra le mani della bimba felice.
... CONTINUA