Collina Sara Ninfa Esserina - Giugno 2009, Venezia. Foto Accio
FRANCA PALMIERI ha scritto-pubblicato a sua firma,
con mie illustrazioni avventure nel fiabesco
dei personaggi Accio e Sara
sul suo blog ARABESCHI DI LUCE:
LA NINFA E IL PESCATORE,
SARA CLÓE CARDELLINO E ACCIO GLAUCO PESCATORE
ACCIO e SARA ESSERINO
BIGLIETTI ELETTRONICI POSTALI
B.E.P.
FREMENTI ALI
(Tra Debussy e Mallarmé e D’Annunzio, tra me e te neoclassico nunzio qui)
PREFAZIONE
Nel maggio 2009, dopo il loro incontro, Accio e Sara Esserino, giocano in atmosfere neoclassiche e simboliste, da Venezia a Pisa e all’incontrario. Spesso in rima. Sara Esserino accetta il divertimento rimato-ritmato con l’amato; così come Accio gli spazi classici e neoclassici in bella vista della musicista-latinista. Che sposta dallo spazio greco i miti nel mondo latino fino all’uso ironico di D’Annunzio e Mallarmé e Debussy. Accio pensa ad Arnold Böcklin e al Picasso neoclassico e al fotografo Edward Weston dei nudi; ma non lo dice alla Ninfa prima d’averla sotto dita forti da Fauno.
Per la bisogna inventammo i B.E.P. Biglietti Elettronici Postali che sostituivano gli arcaici Biglietti Postali.
Neoclassica schiena obiettivo in vena - Foto Accio, Sara Esserino
Giugno 2009
(Ad Accio, Sara Esserino in facile rima - Venezia, biglietto elettronico postale, 30 maggio 2009)
Legata al respiro mallarmeano assai pomeridiano qui su questi canali fuorimano con Debussy
immagino tu giunga; ma (soltanto) in sogno. Tipo giungla. Lì dove son più delicata. I fianchi in ombra.
Sara Esserino Ninfa nel risveglio - Foto Accio, giugno 2009
Venezia
(A Sara Esserino. Da Pisa, Biglietto Elettronico Postale, Accio. 4 giugno 2009)
Sfioro il ricordo, come oro?, del bacio. Inumidisce
l’aria intorno al letto: perché feroce intrusione
lucente Canal Grande sopravanzi l’istante del risveglio.
Mi tieni in mente? Ninfa Esserino ti piglio?
Capelli, nodi doppi, ricci e lisci, tra cuscino e cuscino
vispi, di fino?, nel perpetuo incanto neoclassico:
“La tua malizia? L’acquarello delle ore veneziane
sull'adorabili gote”, dico un po’ fico Fauno. Sorridi
garrula voce: “Fauno manca il vino!”. Nel trasalimento
irreale mordo reale mento. - "Tu sospingi la Ninfa al peccato!
-"Non è pomeriggio ma c’è il mare, lo dobbiamo fare. Sarà portento,
ho un certo mestiere: da tempo il peccato lo frequento.
Mai nessuna però col tuo unguento".
(Ad Accio, mio peccaminoso Fauno, Venezia. Biglietto Elettronico Postale, 20 giugno 2009)
Selvatico Fauno,
mi sveglio nella flessuosa mattina, in attesa!
Ho amato un sogno?, dimmi, amo un sogno neoclassico?
Grazioso prodigio attendo pelle vera su pelle, tua pilifera
derisione dell’istante in cui mi sottraggo.
Mi catturi spostata di pochi pensieri (più arditi):
denti mandorla dannunziani mordono lobo tenero
ferocemente, per quanto nascondo…
Ti sorprendono queste labbra?
Surclasso i (tuoi) tanti equivoci
sulle ninfe che possedesti. Prima di me.
Sarai mia scoperta ferinità? Che a pari selvatica
a te di dà. Nei NO molti nei SÌ rari.
Sara Ninfa ombra e luce donnabimba mi conduce.
Foto Accio. Venezia, giugno 2009
(A Sara, Mitologico Esserino. Da Pisa. Biglietto Elettronico Postale, 22 giugno 2009)
Ninfa ardita,
mio stordimento!
Vacillo nel viluppo caldo dei seni, come gocce piccole rose bevo,
son lacerti ove brillo con baci spillo meglio del luppolo; m’infiammo
dietro al collo-schiena, che trapunto con leccatine veloci. Balla ogni vena.
Raggiunta!… giocando a mosca cieca col tuo profumo!