:: Accio e Sara Cardellino: Pasta e Ceci ricetta di coppia. Con Elgar e declinazioni metafisiche.
16 Settembre 2022
Sara Cecio - Foto Accio
Accio e Sara Cardellino
PASTA E CECI RICETTA DI COPPIA
CON ELGAR E DECLINAZIONI METAFISICHE
Mi dice Sara: perché non cuciniamo oggi una ricetta pisana di stagione? Annuisco incuriosito. Aggiungo: PASTA E CECI! Come io e te. Chi fa il cecio chi la pasta? Té sei ir mi' cecio in ombelìo io la pasta per giracci attorno! D’accordo esclama il Cardellino. Ma ci aggiungiamo l’ascolto di Elgar con ENIGMA VARIATION. E se ci riesce le caliamo in scodelle di metafisica!
La poesia che nasce dalla mente cucinante la vita consola tra le mura domestiche. Fornelli al centro. La poesia che nasce dal cuore fa il verso a quanto amanti mangiano delibano gustano digeriscono defecano.
La poesia di coppia serve la parola adatta come amanti che si servono nello scambio scodelle del gusto.
La poesia di coppia vive “l’universo del linguaggio” in forma d’ingredienti base, non serve citali tutti; pure enigma in variazione culinaria; gustato il piatto sanno che linguaggio è l’universo iniziando dal corpo che mangia e gode!
Il cucina l’eternità del fòco la durata del vapore il divenire del terrestre cibo. La poesia in coppia è unico corpo astrale ch’è s’è messo a cucinare.
Tipica minestra, come l’eloquio di Sara stamani, densa! Possiamo utilizzare qualsiasi tipo di pasta, meglio corta; un po’ come le diverse in grano duro parole di Accio, corte di comprendonio corte bugiarde, duetta Sara.
Mettere a bagno i Ceci la sera, ahimé con te l’amor stanotte feci!, e al mattino, ma t’è garbato se riordo giusto spiumato ‘Ardellino!, lessalli in due litri d’acqua con pòo sale.
Ecco le Variazioni su un tema originale op. 36 di Elgar note come Enigma Variations; enigma anche come noi due siamo tanto felici assieme nel cuocerci nel letto e in pentola?
Sorride la mi’ Sara Cecia e ir mondo non à più guèra per me né ‘osto der gas né elezioni alle porte! Ride mi carezza affumìato dar vapore della pentola e l’enigma in variazione nei minimi dettagli timbrici ed espressivi è partiolarmente nitida: c’è la concertazione e concentrazione adatta. Il cecio con la pasta rimeranno nel gusto alla perfezione.
Nel frullatore ci posiamo i ceci riavandone ‘omposto cremoso.
Al trito di aglio e rosmarino con l’olio in tegame, mi ami? Ami-me?!, aggiungici il passato di pomodori. Gli ultimi dell’orto.
L’emozione sonora di Elgar s’avverte stilizzata con pulsioni vittoriane, è morta l’altra regina ancor più longeva!, duve c’è riserbo e anco leggerezza un po’ manieristica: toh vellutata! ‘ome la pasta e ceci che verrà.
A questo punto della “variazione” versiamo nel soffritto i ceci anco quarcuno non frullato. Mescolare amalgamare assaggiare con ir cucchiaio. ‘Ome esto bacio sur tu’ seno che mi ciondola davanti dalla sottoveste!
Al bollore unire la pasta ‘orta. Ci verso i Ditalini.
Accio se pronunci qualche battuta oscena sul mio monte di Venere ti rovescio la pentola in capo!
Taccio.
Mi rifarò scherzando a tavola. Servendo la mi’ signora.
Ecco la ricetta di stagione settembrina con Elgar ad unirci in unìa formazione malandrina.