Accio: "Nudi a menadito anima prima"
In risposta a Sara Esserino, a "fare in me di molte e sparse / cose una sola e bella"
accio@alice.it - ore 10,30 del 15 VI 2009 - Pisa -
Accio e Sara
EPISTOLARIO DON DON VARIO
"Esistenze in una"
5
da iPhone, ore 10,00. Venezia - 15 giugno 2009
SARA
'fare in me di molte e sparse
cose una sola e bella'
Ecco mio Accio, mio Heathcliff, mio Maestro delle Onde, mio Olandese... E tutti gli uomini e donne che ti abitano. Dinnanzi a questa frase di Saba, capisco cosa matura all'ombra del nostro - essere - Amore.
Si apre al sole un fiore nuovo: integrità che nasce dalla libertà. Modulazione di vita.
Così accanto al puro e all'impuro, noi poniamo l'essere nostro - amore-. Alchimia e distillazione, tutto tutto tutto acquista valore e senso.
Ricostruire con radici fresche un'antica nave, tendere le vele con mille baci. Con le mani che s’intrecciano, fermamente. E fermamente riconoscono la libertà di donarsi la stretta e carezzarsi in modi nuovi.
Paura del buio è non riconoscere la propria luce. Chiudersi è l'apertura all'improprio, snaturarsi è contemplazione di partecipazione.
Così avviciniamo mani bocche petto, i nostri sessi, e diventa poesia anche il corpo che tanto desidera l'altro suo corpo.
E in poesia si vive. Concretamente, molto più concretamente perché non è richiesta la menzogna del dovere.
Ne hai voglia, non ne hai voglia. Non è capriccio e volubilità: è prassi di consapevolezza. Esserci interi, o per metà.
Noi siamo due interi che si riconoscono interi. In te sempre ha battuto il mio cuore, in me circola fremente, e caro, il tuo sangue. L'avrebbe fatto anche se non ci fossimo incontrati, ma siamo apparsi - dono immenso!- l'uno all'altra.
Conta questa luce, che sintetizza poeticamente - quindi in modo pratico - le esistenze:
Fare di noi e di molte sparse cose, Una Sola e Bella.
Ti amo
Tua Sara. Nell'eternità che ci appartiene!