Accio: Chiara Daino Appalladifòho
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Accio e Sara Cardellino: Se alla finestra fischia il vento...
Chiara Daino
Crasi per SARACCIO
Accio: Cardellino in SARACCIO - Novembre 2020
Fusione di vocali; in greco, la contrazione specifica della vocale finale di una parola con la vocale iniziale della seguente: per es. tṹnoma da tò ónoma.
Nella medicina antica, la mescolanza dei quattro umori fondamentali (sangue, flemma, bile bianca e bile nera), di cui si credeva composto l'organismo.
Chiara Daino, Bucaniera Appalladifòho, accosto alla fotografia-diario-dialogo di Accio e Sara Cardellino: “Se alla finestra fischia il vento...” inventa, per me, per noi due, reali e personaggi, lei reale artista e personaggio, una parola nuova: SARACCIO (la custodiremo riconoscenti) che è una CRASI (leggere in esergo vocabolario) sintetizzante non solo il brano la fotografia ma l’insieme della vicenda (iniziata nel maggio 2009/novembre 2011-5 anni e 5 mesi separati-febbraio 2017) di Accio e Cardellino ricorrendo alla linguistica alla retorica classica più alta e funzionale per due amanti che bascullano dal fumetto melodramma feuilleton al sublime romantico marca Novalis.
SARACCIO perché siamo intrecciati nelle vocali finali e ancora iniziali. Ecco come si usa, da artista il greco, senza piaggeria da studiosa o traduttrice al soldo bronzeo di qualche enfatica carriera letteraria; ecco come SARACCIO diventa miscuglio di elementi antichi e moderni: sangue, portamento postura nel mondo reale, magia letteraria nera che rischia il male, magia letteraria bianca che salva col bene.
Ho provato grande riconoscenza per Chiara Daino leggendo di SARACCIO in CRASI perché c’è tutto. L’ho detto a SARA CARDELLINO al telefono e lei mi ha risposto: Donale, anche per me, qualcosa che sia al livello di questa forza di bene per noi due. Metticela tutta Accio: rivela, sull'Olandese Volante sul social, che ognuno sappia se ci legge, di noi tre, cosa sia vivere in poesia e arte.
Ce l’ho messa tutta. Al volo. Nel mattino di questo 23 lunedì novembrino.
Chiara Daino rivela una capacità linguistica, fulminante, che non ha esempi uguale in giro. E nel compiere la contrattura linguistica, da reale corsara, dimostra come con personaggi come me e Cardellino possono dialogarci artisticamente e umanamente solo chi ha pari linguaggio creativo. Pari indipendenza. Chi è Corsara mai sarà Ancella Rara! Questo come punto primo. Fondamentale.
Punto secondo accade ciò perché CHIARA DAINO è rivoluzionaria nel singolo suo essere artista e donna reale. Marca STIRNER. Rivoluzionaria nel senso come lo fu una donna da me amata, Margherita Stein traduttrice e giocatrice con parole destinate al Nulla, comunista anarchica.
Quando mi chiesi perché un’artista nei segni scritti in performance sonori come la DAINO non sia stata accolta dai grandi media giornali editori gallerie la risposta fu semplice essendo pure bella nel senso classico e romantico del termino per fattezze. La risposta che mi diedi fu semplice: non è regimentabile intruppabile gestibile da alcuna gerarchia vassallatica. Tantomeno come accade sovente da maschi colti intellettuali. Lei decide per sé. Anche in maniera folle. Surrealista. Dadaista.
Qui siamo uguali. A pari. Perché anch’io sono matto. Sennò non avrei questo soprannome diventato mia sigla e firma su lunga vita che va verso sua fine. Si sappia. Fine biologica fine nei segni.
Quando il 9 gennaio 2017 L’OLANDESE VOLANTE venne spinto al naufragio lei lo sintetizzò nel crudo realismo: “sei stato usato e ripudiato”. Chiara Daino mi svelò cosa era avvenuto in chiaro nel gennaio. Materialisticamente. Nello strumento di produzione portale con vele. Nell’orto degli Olivi Getsemani. Nella vicenda di Jesse James con Robert Ford. Ecco perché Chiara Daino è per me un po’ Calamity Jane. Non c’era bisogno di aggiungere altro a quell’Usato e Ripudiato. La elessi ancor più come rivoluzionaria adatta a intendersi con la mia sovversione nei segni. Anche se non scrive mai di politica lo è cento volte di più per coerenza sul suo corpo linguaggio di chi si dichiara di sinistra o addirittura comunista.
Chiara Daino non l’ho vista da vicino né con lei parlato. Neppure al telefono. Solo il Telegramma corsaro della complicità Tortuga eterna contro Maracaibo. Ma se prima o poi l’accosto, l’ho detto anche al Cardellino: la bacio, e la bacio sulle labbra belle. Lingua con lingua. Come del resto accade con gli scambi linguistici. Perché come ha ideato, lei, siano due APPALLADIFÒHO. Nostro monogramma corsaro.
SARA CARDELLINO ha annuito: “Non sarei gelosa”, ha detto sorridendo “se te lo permette!”.