
Olio e tecnica mista con collage stoffa carta su legno. 2 metri x 1 metro, 30. CDS, 1973
E lavoro negli anni seguenti delle tarme.
Claudio Di Scalzo detto Accio
CERCANDO AFRO IN AFRICA. 1973.
RACCONTATO A SARA CARDELLINO NEL MAGGIO 2025
CON IL GRAZIE ALLE TARME
-Il pittore Afro, suppongo - The painter Afro, I suppose
- Sì, simpatica citazione signor Di Scalzo Claudio. Yes, nice quote Mr. Di Scalzo Claudio.


Percorrendo mille chilometri e mesi di viaggio, il giornalista Henry Morton Stanley arrivò, il 10 novembre 1871, a Ujiji, sulla sponda orientale del lago Tanganica, oggi Tanzania, ritrovando come da sua missione di giornalista, di New York, il leggendario esploratore David Livingstone del quale non si sapeva più nulla da anni. Due uomini bianchi nell’immensità di popoli neri. Ovvio fosse Livingstone. Però Stanley pronunciò, o s’inventò di aver pronunciato, o qualcuno gli mise in bocca questa frase, dove con cortesia si presenta e in forma interrogativa chiede lumi all’altro gentiluomo bianco.
Quando ventenne, inventai questo grande dipinto nel 1973 (2 metri x 1 metro, 30) anch’io avevo già percorso chilometri di lettura e visite in gallerie sull’Arte Informale italiana ed americana Action Painting (fra l’altro in una regione Toscana dove dominava il realismo politico pittorico e la Nuova Figurazione altrettanto politica convinta di servire il socialismo! Per fortuna io stando a Parigi a Londra da mio zio Lenino e viaggiando col gallerista Roberto Peccolo evitai questi cascami esteticamente deboli politicamente inutili); ma lo stesso, terminata l’opera, ch’era una citazione simpaticamente cortese, dissi, benché fosse ovvio ch’era AFRO, ritrovato in una africa segnica, esclamai: “IL PITTORE AFRO, SUPPONGO. THE PAINTER AFRO, I SUPPOSE”. E Afro non poté che rispondere che lo era: “SÌ, SIMPATICA CITAZIONE SIGNOR DI SCALZO CLAUDIO. YES, NICE QUOTE MR. DI SCALZO CLAUDIO”. Riconoscendo all’opera la valentìa della gradevole dedica.


Sara Cardellino, nella sua interminabile missione, nel continente cascinale vecchianese, dalle cantine alle soffitte, dopo che le ho raccontato l’episodio avventuroso di me ventenne, ha voluto che rimontassi l’opera. Fotografandola. Impegnandomi a ritrovare foto, dove, nel 2009, non avendola ancora incontrata, mi scattai foto dal titolo: “SUDANDO COME UN CAFRO DAVANTI AD UNA CITAZIONE DA AFRO”.
Ne sono stato lieto. Perché grazie alla sia insistenza ho riscoperto e ho scritto su cosa combinavo a venti anni. Militante di Lotta Continua e artista per conto mio esplorando l’Estetica a me adatta. L’opera viene per la prima volta mostrata; 52 anni dopo; con un grazie alle tarme che scavando mangiando il legno hanno migliorato l'insieme. Rivelando più di tanti discorsi parlati o scritti quale fosse il mio procedere artistico ventenne. Secondo me, ieri e oggi, da rivoluzionario.