
Sara Cardellino dispettosa nel sorrisino. Cds detto Accio
Claudio Di Scalzo
MESTIERI PER LA MANUTENZIONE DELL'AMORE
NELLA COPPIA ACCIO E SARA CARDELLINO, 2.
DIECI PER COSA
DIECI PER COSA
Per la MANUTENZIONE DELL’AMORE CARDELLINO procedo materialisticamente e filosoficamente di fino: per l’accettazione di me-ACCIO operoso spesso controvoglia che spera d’evitar maggior doglia A: La Sara Fumantina che m’accusa di essere, in elenco vario: perdigiorno inconcludente oblomovista affetto da vagabondite fannullone che d’evitar impegni non perde occasione; B: Sara che dispettosamente, tragedia mia, si nega all’erotica effusione al letto dimensione alle carezze fulmicotone e va a dormire sul divano o addirittura torna a Venezia con io che rimango nel film in bianco tentato dall’onanismo sul fianco; C: esco dall'inghippo se penso che lei somiglia a Paperina con Paperino a Topolina con Topolino a Olivia con Braccio di Ferro: grazie fumetto da te aiuto ideale m’aspetto!
Materialisticamente uso la cosa, le cose oggetti attrezzi. Filosoficamente la penso, li penso, con la manualistica da Hume Kant fino ad Heidegger. Il che mi permette di sopportare la fatica, e di godermi il piacere di stupire l’amata Sara perché non ha a che fare soltanto con un proletario uso a vari lavori bensì con un pensatore che conduce la poesia, per amore, dove di solito non la si trova né i poeti ufficiali ed autori non la conducono.

-La COSA ANNAFFIATOIO mi spinge giardiniere, intendo con l’IO, a pensarlo; ad interrogarmi, nel riempirlo nel fiotto sulle rose, se abbia natura ideale o materiale. Mi sento come il gatto danzante sulle sfere.

La FORCELLA COSA, nel pisano Forcina come quella per i capelli, forse perché mette ordine nei giardini campi e ammucchia, impugnandola legno manico metallo i denti per raccogliere erbe tagliate infestanti nel roseto. mi convincono sia esistente.

La COSA SISTOLA per annaffiare estesamente, che occupa spazio nel suo concreto dimenarsi, rivela che pensandola essa si impone a me. Mi sento pur’io irrorato, rinvigorito, fogliato. Direi quasi eccitato. Se compare la giardiniera Sara propongo il capanno.

Spostandomi in cucina cuoco sempre necessito di cose. La COSA PENTOLA, sul fuoco fumante, con salsa bollente, la sua esistenza si sottrae ad ogni ragionevole dubbio. A pranzo non c’è cambio. Oggi è ragù con pasta e non ci si pensa più.

Giro il MESTOLO COSA nella salsa e HUME mi tiene il braccio. La relazione causa ed effetto non è ricavabile a priori ma soltanto con l’esperienza. Appunto di me cuoco con l’oggetto adatto in cucina sul fornello.

In cucina e poi per pulirla ci vuole la COSA GUANTI. Sennò ti scotti sennò ti bruci le dita coi solventi. Insomma il concetto di casualità, grazie HUME mi dai gusto nell’opra, va sempre applicato nell’ambito dell’esperienza. Per me cuoco e pulitore della cucina.

La COSA FORBICE e FILO. Io figlio della sarta NADA PARDINI, se l’aristocratica Cardellina neppure sa riattaccare un bottone caduto allentato né farsi un orlo ci penso io. Con adatte cose. E infilzo cucio taglio stiro per l’amore verso lei e per l’amore verso il ricordo di mi-mà (18 settembre 1928- 31 settembre 2024) con la filosofia più ricamata e suggestiva possibile: quella di Heidegger. Le cose, quando con pragmata abbiamo a che fare con qualcosa prendente cura praxis l’essere umano, io sarto episodico in questo caso, sono “qualcosa per...”. Estraggo citazione da “ESSERE E TEMPO”, mentre nel contempo produco queste sartoriali tessere: “L’utilizzabilità è la determinazione ontologico-categoriale dell’ente così com’esso è in sé”. Non so se ho inteso giusto in questo cucito taglierino ma l’importante è che SARA CARDELLINO possa riabbottonarsi il giubbino. Confidando non abbia deluso la sarta che in passato provvedeva.


Se episodico muratore, per aggiustare il muretto pencolante del giardino tutto crepe, uso le cose CAZZUOLA MATTONI, nel mescolare cemento acqua sabbia, penso a KANT che mattone dopo mattone e saldando le crepe sulla conoscenza della COSA IN SÉ cambia radicalmente la filosofia. Può aiutarmi a finire al meglio il compito e se lo confesso a Sara Cardellino non potrà certo dire che ho murato malaccio, essendo stato aiutato da Kant.
Da Kant in poi la cosa in sé contrapposta al fenomeno conferma il limite della conoscenza umana fondata sull’esperienza. Conosco i miei limiti di muratore non posso conoscere il mattone noumeno. Però basta si saldi uno sull’altro con la malta. Raggiungo Sara per farle vedere il lavoro concluso cantando, ironizzando su KANT, “IL MURATORE” di JOVANOTTI. Chissà come la prende.


Le cose LIMA MARTELLO METRO PIALLA, che l’episodico Falegname Accio usa per produrre una mensola dove poggiare libri di Sara Cardellino nel cascinale, togliendone alcuni dalle scatole in soffitta e di giro nei posti meno adatti (e l’unico posto adatto ai libri è sotto al letto - perché testimoniano che Eros o sonno han compiuto adatto effetto), suggerisco termini questo elenco e l’operetta “Mestieri per la manutenzione dell’amore nella coppia Accio e Sara Cardellino” e “Dieci per cosa” con richiamo all’ETICA. Sempre buona cosa ricordarlo. Visto che difettando di Etica a favore dell’Estetica Sara Esserino il 20 novembre 2011 si separò da me tornando 5 anni e 5 mesi dopo nella primavera 2017! GASP!
La COSA in etica è contrapposta a PERSONA. Quest’ultima è dotata di ragione liberamente cosciente e responsabile. La COSA è un mezzo; la PERSONA un fine. Se la persona diventa cosa, e nell’epoca capitalistica e imperialistica è così che accade, il mondo diventa infernale e senza etica. Accio falegname a questa distinzione ha improntato ogni cura dell’altro. Dell’altra. Dell’amore. La mensola può venire storta la mia scelta no! E Sara lo sa.